La Corte Costituzionale ha bocciato il dimensionamento scolastico varato dal governo Berlusconi lo scorso luglio che ha comportato la chiusura di più di mille scuole in Italia, tagli organici e l’aggregazione di istituti. Una misura che in quest’anno scolastico appena trascorso ha condizionato le scelte e la vita di studenti, docenti e professori. Ragazzi sono stati iscritti in scuole a decine di chilometri di distanza da quelle di due anni fa, professori costretti a perdere classi e alunni e cambiare del tutto istituti, a volte anche materia di insegnamento. Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale e i giudici hanno accolto la loro richiesta. Adesso sono a rischio tutti i piani provinciali e regionali approvati in conseguenza alla legge.