Il caso Fiorito ed il Laziogate ha avuto un effetto positivo: si cominciano ad individuare i veri responsabili dello sperpero dei fondi pubblici italiani. Si, le Regioni sono sicuramente tra i principali imputati e finalmente escono fuori le magagne. Soldi senza ricevute: dal Veneto alla Campania, milioni di euro fuori controllo ai politici. Con qualche eccezione (Toscana, Liguria, Emilia Romagna). Purtroppo non esiste una legge nazionale. Anche sulla disciplina delle spese dei gruppi consiliari vale il principio dell’autonomia: ogni Regione fa a sé. Ma c’è un filo rosso che unisce molti dei regolamenti adottati dai consigli: partiti e consiglieri, non sono tenuti a giustificare le spese sostenute con scontrini o fatture, nemmeno a indicarne le finalità.
Sperpero senza fine…l’inchiesta del Corriere della Sera.
Dal Veneto alla Campania, dal Piemonte alla Sicilia, dal Trentino Alto Adige, che fa per due, alla Sardegna: su dodici consigli presi in esame dal Corriere della Sera otto non dispongono di un regolamento che obbliga i politici ad allegare scontrini e fatture. C’è il Lazio, certo, dove i guai nascono proprio dal fatto che non esiste una regolamentazione dei fondi erogati ai partiti e con l’aggravante che, sotto l’amministrazione Polverini con presidente del Consiglio Mario Abbruzzese, ha aumentato da 1 a 13,9 milioni i fondi ai gruppi!!! E la Polverini continua a fare la moralista e la santa! Un Presidente di una regione ha il dovere morale di controllare! Specialmente su un sistema distorto come quello pensato nel Lazio: i soldi vengono erogati ai gruppi e gestiti dal capogruppo-tesoriere. Il consigliere a sua volta porta il rimborso, tramite fatture e il capogruppo/tesoriere vista le spese e paga. Ma non c’è solo il Lazio, che è venuto fuori per il caso Fiorito e perchè si è arrivati all’eccesso, anche con una arroganza ed una strafottenza che ha inorridire di stenta ad arrivare a fine mese. C’è la Sicilia: 12 milioni e 600 mila di fondi destinati ai partiti e nessun obbligo di rendicontazione. C’è la Calabria, che non prevede alcuna rendicontazione per i rimborsi, così come la Campagnia. Insomma la Regione viene vista come un «bancomat», una mucca da mungere, un limone da spremere, senza pietà: anche perchè non ci sono controlli…E gli sperperi non ci sono solo al Sud: abbiamo detto del Veneto, che assegna ai propri consiglieri 2.100 euro netti al mese per rimborsi esentasse che non richiedono l’obbligo di presentare giustificativi. Il Piemonte poi: 15 gruppi, 60 consiglieri, 7,5 milioni di euro e autocertificazione libera per ottenere il gettone di presenza. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Toscana (50 consiglieri e 705 mila euro di spese), Liguria (40 consiglieri e 2 milioni e 900 mila euro), Emilia Romagna (50 consiglieri e 2 milioni e 332 mila euro per sole spese di funzionamento). Quando si dà troppo potere ai politici ed ai partiti si degenera, purtroppo è un dato di fatto, è così. Troppa autonomia alle Regioni, certo non quella autonomia che avevano in mente i padri costituenti. Un conto è dare alle Regioni la possibilità di amministrare il territorio con un’attenzione, un altro è dare la possibilità ai malandrini della politica di dividersi il denaro pubblico, garantirsi laute indennità e scandalosi vitalizi. Questo non è tollerabile. Si fissino delle regole e valgano per tutti.
PS: E dopo si passi al setaccio i Ministeri, gli enti intermedi, le società partecipate…