Convocata domenica 7 Ottobre l’Assemblea provinciale chiamata a decidere sul percorso da intraprendere dopo le dimissioni del segretario provinciale Lucio Migliorelli ha eletto Sara Battisti. Nella seduta precedente l’assemblea ha deciso, contrariamente alle indicazioni del regionale, di non procedere al congresso, nemmeno quello “leggero” come suggerito dal vicesesegretario regionale Domenico Giraldi. Si è optato, invece, per l’elezione in assemblea, dopo che le richieste dell’ufficio politico e del rafforzamento avanzate da alcune mozioni non sono state accolte. Pochi giorni prima dell’assemblea, per definire il numero degli aventi diritto, in analogia con lo statuto nazionale, la Commissione di Garanzia ha chiarito le posizioni dei delegati facenti parte dell’assemblea che non hanno rinnovato la tessera o che sono stati espulsi dal Partito: ed è stato definito che gli aventi diritto sono 222.
LA CRONACA DELLA GIORNATA
Alle 10,00 il Presidente Aldo Antonetti ha dato inizio all’assemblea. Il vicesegretario Domenico Giraldi ha aperto i lavori: “Bisogna superare una situazione di obiettiva difficoltà di questa federazione. La giunta polverini è caduta perchè c’è stata una degenerazione morale, ora ci sono le elezioni, abbiamo già un candidato, Zingaretti, e noi dobbiamo farci trovare pronti. Perchè siamo qui? L’assemblea ha deciso di non convocare il congresso, è vero, ma non è venuto meno l’obiettivo: ricostruire un partito e superare un malessere forte, che c’è, inutile negarlo, più forte di quello che pensassi. Il futuro gruppo dirigente deve andare avanti, deve consentire a tutti i circoli di ripartire. Per questo sentire parlare di numero legale mi fa star male, perchè vedo la rinuncia al confronto. Noi vogliamo dare a questa federazione un nuovo segretario, una segreteria politica forte, ecco perchè un solo candidato: anche quelli che votano contro possano partecipare all’unità, per avere un segnale, perchè unitariamente dovremo battere la destra alle regionali e alle politiche, non possiamo essere divisi”. Prima degli interventi dei delegati, c’è stato il discorso di Vittorio Save Sardaro, in rapprsentanza dei Circoli di Anagni, Paliano, Piglio e Serrone, che ha informato l’assemblea sulla mancata partecipazione alla stessa da parte di questi circoli: “Da mesi noi abbiamo avviato una profonda fase di discussione per cercare di fornire al Partito delle tematiche su cui discutere, perchè vogliamo proporre un modello nuovo di fare politica. Abbiamo bisogno di ripartire dalla nostra storia, vogliamo tornare a stare tra i cittadini, vogliamo dare un ruolo al nostro partito, un nuovo PD capace di indicare questioni e percorsi. Nel documento si chiede di spostare di almeno una settimana questa assemblea convocata con fretta, che ha impedito ogni discussione. Chiediamo di tracciare una linea comune, aperta, e di cambiare rotta riprendendo il lavoro sul territorio. Veniamo da una lunga fase costituita di diatribe interne che hanno prodotto malcontento, adesso con soli cinque giorni di tempo ci si chiede di cercare soluzioni dopo le dimissioni del segretario. Questo modo di fare è inconcepibile, è opportuna e necessaria una fase di ascolto: se si persiste su questa linea, non prenderemo parte ai lavori dell’assemblea”. Poi c’è stato l’intervento di Norberto Venturi, che si è soffermato più sulle questioni nazionali e sulle primarie per la scelta del candidato premier che non sulla questione delle dimissioni del segretario provinciale, concludendo però che “anche il PD di Frosinone deve ritrovare un linguaggio semplice e raccogliere quella spinta che ci viene dal nazionale per proporre un’azione più coordinata ed unita”. Anche l’intervento di Enrico Di Cosmo ha preso spunto dalla politica nazionale ed in particolare dalla dialettica interna al partito sull’appoggio o meno all’agenda Monti per chiedere indicazioni di rotta al Partito parlando dei temi veri “occupazione e diritto dei lavoratori in primis”, mentre in merito alla questione frusinate ha dichiarato di avere fiducia sul lavoro del possibile candidato segretario anche se i tempi sono stretti ed è mancato un dibattito approfindito. Mario D’Alessandro invece è stato netto e duro: “Mentre il centrodestra ci fa questro regalo, noi ci dilaniamo su che cosa? Continuando con il metodo romano. Vogliamo continuare che le sezioni in provincia chiudono? Sul territorio ci sono forti problematiche e non riusciamo a dare risposte”. Anche Antonio Cinelli non è stato morbido: “Le regole servono o non servono? Ieri l’assemblea nazionale era convocata per definire le regole delle primarie. Quindi le regole servono. Adesso apprendiamo che la platea dei 270 è diventata 220, non si capisce perchè”. Poi sull’appello alla responsabilità: “Deve essere di tutti, non solo di chi deve dire si subendo le decisioni di altri. Basta alle imposizioni romane”. Stefano Palmigiani ha sottolineato invece come le regole sulle primarie deliberate dall’assemblea nazionale “aiutano questo strumento, finora imperfetto, a limitare inflitrazioni ed elementi di disturbo”. Riguardo alla questione di Frosinone: “il dibattito è stato sviluppato ed è stato fatto un percorso: appuntamenti con i circoli, incontro con gli amministratori. Lasciamo perdere il numero legale, con le primarie, con le regionali e le primarie alle porte”. Molto polemico l’intervento di Antonello Galassi: “Bisogna rispettare le regole. Invece non vengono mai rispettate. Il caso della Regione Lazio non ha imparato nulla, oggi siamo sull’orlo di una rivoluzione politica. L’Italia ha detto che questo tipo di politica è vecchia. E’ bene farlo capire a chi dopo si vuole candidare. Io non farò campagna elettorale per il PD se oggi non vengono rispettare le regole. Basta con le imposizioni”. L’unico candidato segretario Sara Battisti intervenendo ha tracciato le linee guida del suo porogramma ed ha rimarcato: “Il PD attende una guida stabile e credibile. Prima c’è l’Italia poi le ambizioni personali. Questo è il monito di Bersani, che raccogliamo come PD. Unità, impegno e responsabilità. il PD si sta distinguendo per proposte e contenuti, perchè si candida a guidare l’Italia in questo momento difficile. C’è l’esigenza pertanto di un PD unito e forte. Parlare dei temi: occupazione, lotta alla precarietà, istruzione, sanità, costi della politica, riforme elettorali e lottare sui diritti la parità di uomo e donne, coppie di fatto”. L’ultimo intervento prima della costituzione dei seggi è stato quello di Simone Costanzo: “Ci si chiede unità, dopo che si è fatto tutto. Si va a Roma, ci vanno le solite 3-4 persone, i livelli istituzionali più alti. Il solito metodo che ci ha fatto perdere sempre. E’ il metodo che è sbagliato. E la prima ad essere danneggiata è proprio Sara che uscirà debole da questa elezione. La forma e le regole sono anche azioni politiche. Non parteciperemo al voto. A giochi e giochetti non ci stiamo più”. Si costituiscono i due seggi: presidenti Maria Spilabotte e Danilo Scenna. Nel mentre cominciamo le operazioni di voto (dalle 12,00 alle 16,30) continua il dibattito con gli interventi tra cui anche quello del segretario dimissionario Lucio Migliorelli (si segnala un battibecco con Salvatore Lombardi) che ha spiegato i motivi della sua decisione “per cercare di dare una scossa al Partito”. Alle 17,00 c’è lo spoglio. Il quorum è 112. I votanti sono 122. Questi i risultati: 7 nulle (si segnalano anche battute di dubbio gusto), 14 bianche, 101 voti per Sara Battisti. A questo punto si apre una discussione sull’interpretazione del quorum. Secondo qualcuno (tra cui Francesco Scalia) 112 si riferisce agli aventi diritto, secondo altri (Gianni Ferraccioli in testa) si riferisce ai voti validi. Domenico Giraldi, in rappresentanza della segreteria regionale, cerca di dirimere la vicenda spiegando che il quorum è necessariamente sugli aventi diritto. In molti non sono convinti, tra cui Antonio Cinelli (che discute animatamente con Scalia) ed il Presidente dell’assemblea Aldo Antonetti che alla fine sbotta e si dimette. A questo punto interveniene la vicepresidente Donatella Crescenzi che assume la reggenza e proclama Sara Battisti segretario. Il neo segretario invita tutti alla discussione, promette che già da domani sarà al lavoro e comincerà il lavoro per cercare di rassenerare l’ambiente e ricucire rapporti, mentre Costanzo, rivolgendole gli auguri di buon lavoro, dice: “La nostra area con il vostro atteggiamento si sta rafforzando. Abbiamo scritto un’altra pagina buia del PD frusinate. Tutti noi meritavamo di passare una domenica migliore, valuteremo ricorsi per far valere le nostre ragioni”. Chiude Domenico Giraldi: C’è stato un confronto anomalo, è emersa una profonda divisione, ma è anche vero che è un bene che sia venuto fuori questo malcontento. Siamo ad un punto critico. Adesso deve entrare in campo la politica, la mediazione, la responsabilità. Giovane Sara, sono convinto che ce la farai”. A Sara Battisti, dunque, il difficile compito di rilanciare il PD di Frosinone superando l’esasperata ricerca correntizia che ha dilaniato il partito in questi ultimi due anni. Il PD di Fontana Liri rivolge gli auguri di buon lavoro al neo segretario.