Cinelli contro Iannarilli: “Basta farse, a casa”

“Non posso che fare appello ai consiglieri della maggioranza composta da persone esperte e ragionevoli, dopo l’ennesima farsa a cui viene esposta continuamente la nostra Amministrazione Provinciale: liberiamoci del Presidente Iannarilli, sottoscrivendo, insieme a noi dell’opposizione, la mozione di sfiducia già agli atti del Consiglio”. “Una sfiducia ampiamente meritata anche alla luce degli ultimi atteggiamenti. La storia provinciale giudicherà con severità gli attori ed i complici di questo momento vicino al delirio”. Queste le prime parole del capogruppo provinciale del PD Antonio Cinelli che ha duramente attaccato il Presidente della provincia Antonello Iannarilli dopo il voto sull’incompatibilità con la sua carica di parlamentare. La Corte Costituzionale si era già espressa fin dal mese di Ottobre 2011, solo adesso Iannarilli se ne è accorto perchè punta ad ottenere una candidatura al parlamento. Salvo poi ripensarci e oprtare per la candidatura alle regionali e dunque provare a fermare l’iter della decadenza. Prosegue Cinelli: “E’ stata chiara la volontà della maggioranza di far decadere Iannarilli interessato ad altre candidature, per permettere al vicepresidente di guidare l’Amministrazione fino alla scadenza del mandato. Poi nelle ultime ore abbiamo appreso dai giornali che non si candiderà più alla Camera, ma alla Regione, carica quest’ultima inconciliabile con la presidenza della provincia in quanto sanzionata con l’ineleggibilità ed allora si ricomincerà con la decadenza. I consiglieri di minoranza apprendono inoltre sempre dai giornali, che il Consiglio convocato per lunedì 22 ottobre non ci sarà, con conseguente rinvio degli equilibri di bilancio, dei debiti fuori bilancio e della riduzione della spesa! Tutto questo avviene sotto gli occhi increduli dei cittadini, che con il loro voto nel 2009, pensavano di eleggere una classe di amministratori che provasse almeno a risolvere i problemi della nostra Provincia, anziché essere impegnata a stare dietro ai capricci del Presidente”.

 

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