Il Giornale, quotidiano di Sallusti, riporta una ipotesi (non si sa quanto attendibile) sui retroscena delle ultime vicende di Grillo, Di Pietro e De Magistris. Leggiamo: “Il disegno che sta nascendo da un’ipotetico asse tra il Movimento 5 Stelle e Di Pietro è la nascita di una forza politica che, usando la lotta alla casta come specchietto per le allodole, sarebbe pronta a invadere il parlamento portando le toghe al potere. Le spinte stanno esplodendo negli ultimi giorni, dopo l’inchiesta di Report sull’immenso patrimonio immobiliare dell’Italia dei Valori. Eppure, secondo le indiscrezioni raccolte dall’Unità, il progetto sarebbe in canteire già alcune settimane. Durante il vertice fiume di martedì scorso, Di Pietro avrebbe inavvertitamente svelato un bozzetto segretamente nascosto all’interno di una cartellina. Il simbolo della nuova lista di Di Pietro un cerchio con la grande scritta bianca “Basta!” su sfondo viola. “Gli altri dirigenti seduti al tavolo della sede Idv hanno subito chiesto spiegazioni – ha raccontato uno dei dieci notabili presenti – ma l’ex pm ha tagliato corto: ‘Nulla di importante'”. Solo una coincidenza? Macché. Il colore viola (simbolo delle piazze antiberlusconiane per antonomasia), il funerale all’Idv nell’intervista al Fatto Quotidiano, la canidatura al Colle lanciata da Grillo, la lista arancione di Luigi De Magistris: il puzzle si sta componendo. Per il momento c’è davvero poco di certo. Un pezzo alla volta e quello che emerge è un disegno per mettere insieme un fronte dei “non allineati” al premier Mario Monti. Adesso Di Pietro guarda a un’alleanza col Movimento 5 Stelle, sebbene la base grillina non sia affatto d’accordo. “Insieme arrivano al 25-30%”, assicura il Fatto Quotidiano che, negli ultimi giorni, ha vivamente caldeggiato le nozze tra i due. Ovviamente, perché possano avvenire, Di Pietro deve uscire dall’Idv e creare una “cosa” nuova. La lista “Basta!”, per l’appunto. Anche De Magistris è già pronto a lanciare una propria lista. La Fiom guarda con interesse. Tutti pronti a sostenere la candidatura dell’attuale procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia a Palazzo Chigi. “Non è realistico – si limita a commentare il pm – per ora mi sto concentrando sul Guatemala e sulla sua situazione che merita impegno”.