Crisi di governo a Natale, elezioni a febbraio. Questo è quello che emerge da Palazzo Chigi dopo l’incontro tra Monti ed il Quirinale, con una novità: dopo le dimissioni Monti potrebbe candidarsi. Casini: “Monti si candida? Non lo so, ma una vasta area lo vuole”. Monti sta seriamente valutando, spiegano le stesse fonti, la possibilità di scendere in campo. Ad alcuni dei cosiddetti ‘filomontiani’ del Pdl ha dato appuntamento la settimana prossimo per un incontro decisivo. A diversi ministri il presidente del Consiglio avrebbe già avanzato l’intenzione di voler accelerare su una sua possibile candidatura. Per quanto riguarda la data, dunque, è sempre più probabile l’ipotesi dell’election day a Febbraio. Riguardo al termine della legislatura, molte le leggi a rischio. Il segretario del PD Alfano: “Noi responsabili, approveremo legge di stabilità e decreto Ilva”. Sembra destinato a morire, invece, il decreto per l’accorpamento delle province. Vittima dell’ingorgo parlamentare ma anche – soprattutto – dell’opposizione del Pdl che già ieri ha sollevato l’eccezione di costituzionalità. La riforma, ferma in commissione al Senato, è d’altronde già ampiamente depotenziata per alcuni emendamenti approvati. Qualche rischio anche per il decreto Sviluppo, targato Passera. Ha già avuto il via libera al Senato, ma potrebbe incontrare qualche difficoltà aggiuntiva proprio per l’ostilità del fronte berlusconiano al ministro. Praticamente ridotte al lumicino le già esili speranze di modificare il Porcellum: l’intesa tra i partiti non c’è.