Dibattito infuocato nel PD e nel centrosinistra dopo le parole di Franceschini

«Ci piaccia o no, il capo della destra è ancora Berlusconi. È con lui che bisogna dialogare». In una intervista al Corriere della Sera, l’ex segretario del Pd Dario Franceschini dice «basta» ai complessi, «ora è arrivato il momento di dialogare con il Pdl». Questa dichiarazione fa discutere e rischia di lacerare il PD. Tantissimi i commenti. Se Luigi Zanda, neo capogruppo al Senato, cerca di spegnere i toni: «Non vedo grosse differenze tra la linea di Bersani e le posizioni di Franceschini, il dialogo con il PDL sulle riforme è obbligatorio”, il presidente del gruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza si spinge oltre: “Voti PDL non sono di serie B, giusto il confronto”. Spuntano diversi articoli che ipotizzano un accordo PD-PDL e precisamente un patto Bersani-Berlusconi per fronteggiare l’avanzata di Renzi. Il sindaco di Firenze commenta così: «Non credo alla fantapolitica. E’ difficile che uno come me, che sta lontano da Roma, possa capire come andrà a finire». E ancora: «Io non so se la soluzione di un governo Pd-Pdl sia quella che davvero i dirigenti romani sceglieranno, staremo a vedere». Per il sindaco «le alternative sono tre: governo Pd-Pdl, Pd-5 Stelle o elezioni. Il governo Pd-5 Stelle, Grillo non lo vuole, le elezioni mi sa che non le vogliono in tanti». Su facebook Laura Puppato, già candidata premier alle primarie del centrosinistra, non ha dubbi: “Le ipotesi che si stanno facendo di un governo con il Pdl non corrispondono al mandato ricevuto dagli elettori e sarebbero una catastrofe politica per l’Italia e per il Pd”. Alla finestra il neo governatore del Lazio Nicola Zingaretti: “Molti mi chiedono se sono interessato a quanto sta avvenendo nel Pd. Sono ovviamente molto interessato. Anche se molti, per pigrizia intellettuale o paura fanno finta di dimenticarlo, ricordo che nel Lazio, seconda regione italiana per PIL, e test difficilissimo per il centro sinistra, la nostra coalizione, ‘Italia Bene Comune’, questa volta ha vinto le elezioni. Nello stesso istante ha spostato su di noi oltre 300.000 voti, il 12% dell’elettorato. Fanno tutti finta di non vederlo, ma io credo sia giusto rilanciare sul terreno politico questa sfida basata sulla buona politica, perché ha coniugato l’innovazione nelle idee e della pratica politica alla difesa di valori. Questa buona politica contro corrente fondata sull’incontro e l’apertura dei partiti nei confronti di movimenti e società sicuramente dovrà contare”. Intanto Nichi Vendola risponde a Matteo Orfini e propone un rimescolamento: “Rimescolamento che non vuol dire inventare una nuova «Cosa» a sinistra e neppure ripartire dai nomi. Sarebbe comico cominciare una discussione dai nomi. Il problema è ripartire dall’analisi della crisi, recuperare un giudizio condiviso sugli ultimi trent’anni di rivoluzione liberale nella prospettiva di un socialismo del futuro, keynesiano e ambientalista, che non sia una variante effervescente dell’egemonia dei mercati finanziari». In mezzo a questa ampia discussione, anche il Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca che dichiara: “Non ambisco a fare il segretario PD ma a far parte della classe dirigente”. Barca, per molti, è individuato come l’anti Renzi in chiave congresso PD. Staremo a vedere.

 

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