La domenica della satira

Sempre grazie ai siti insertosatirico.com, eccesatira.it, sponoza.it ecco a voi la domenica della satira.  I condimenti sono offerti dalle vignette di Altan, Vauro ed Ellekappa.

Parte il governo. Arrivano i guai?

Meno male che sono finite le consultazioni al Quirinale. Napolitano ha quasi finito i Mon Chéri.

Un marziano arriva in Italia. Poi torna su Marte e dice: “Ragazzi, lì funziona al contrario: eleggono Presidente uno che viene dal Partito Comunista, la destra esulta ed il centrosinistra piange; eleggono premier uno ex Margherita, il centrosinistra piange ed il centrodestra ride”.

“Alfano all’Interno” mi ricorda uno di quegli adesivi tipo “Bebé a bordo”.

Alfano all’interno. Brunetta in giardino.

Lorenzin alla salute. Non è un brindisi, è un ministero.

Enrico Letta: “Sento un peso sulle spalle superiore alle mie capacità”. Dev’essere un capello.

D’Alema agli Esteri? Meglio l’ipotesi al singolare.

Bersani si è dimesso. Lascia comunque all’apice del successo.

Il PD è come un pugile suonato: abbraccia l’avversario.

Boccia: “Io e mia moglie De Girolamo litighiamo spesso per motivi politici”. Con la domestica indiana.

Enrico Letta premier ed Alfano vice, questo è il governo del cambiamento. Un po’ come andate a Woodstock e trovare sul palco Ornella Vanoni.

Se il PD si spacca in due partiti, le primarie costeranno un euro?

Napolitano rieletto, per il premier spunta il nome di Andreotti anche se ci sono riserve: troppo giovane.

Grillo: “Oggi occupiamo la Camera fino a mezzanotte, Crimi rimane anche dopo tanto è abituato a dormire là”.

Serracchiani vince in Friuli. Il PD: dove abbiamo sbagliato?

Strategia di Grillo: chiediamo elezioni finchè non vinciamo noi.

Finalmente un governo di larghe intese: il PD con il PD.

Rieletto Napolitano. La moglie: Deduco che devo disdire la prenotazione all’Hotel di Posillipo.

Decolla la candidatura di Enrico Letta. Come tutto ciò che è privo di massa.

Il Pd si prepara al governissimo. Stamattina Bersani ha chiesto alla Bindi quante volte viene.

Silvio Berlusconi dice no a Renzi. Li sto rivalutando entrambi.

Napolitano ammonisce i parlamentari e loro lo applaudono. Da regolamento dovrebbe essere rosso.

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