Il Presidente del PD Tonino Scaccia torna sul caso Shalabayeva: “Così il PD muore”

Il Presidente del PD di Frosinone Antonino Scaccia torna sull’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia minorenne e scrive una nota molto dura. Scaccia: “Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio” scriveva in una celebre poesia Martha Medeiros. Deportare su ordine del dittatore Nabarzaev una bambina di 6 anni e sua madre perché legate ad un dissidente del regime è come distruggere il nostro amor proprio. Sono iscritto al PD perché la libertà, la condanna di tutti i totalitarismi, la convivenza civile delle idee sono la nostra magna Carta. L’episodio kazako per un attimo ci porta indietro con il tempo, quando un dittatore criminale chiedeva ed otteneva da un dittatore altrettanto criminale la deportazione di innocenti. Oggi non abbiamo fortunatamente alcun dittatore  ma il pensiero corre verso quel ricordo quale monito a chi ci governa che la nostra democrazia è nata dalla ribellione del nostro popolo ai regimi totalitari: per cui non possiamo permettere per nessun motivo che il nostro paese collabori, anche se “inconsapevolmente”, con qualsiasi dittatore. Su questa vicenda occorre chiarezza non sulla mera ricostruzione dell’accaduto ma sull’attribuzione delle responsabilità politiche di quanto avvenuto. Chi non ha fatto il suo dovere deve pagare. Anche se questo genera fibrillazione al governo delle larghe intese. La vita di una bambina di 6 anni è al di sopra delle larghe intese e degli interessi di parte: ne vale la dignità del popolo italiano. Comprendo che queste mie esternazioni possono ingenerare malumori o accuse di scarsa fedeltà al governo che include anche il mio partito: da dirigente politico  però ho l’obbligo di rappresentare la mia parte politica senza condizionamenti se non quelli rappresentati dalla nostra carta di valori. Un partito appiattito sulle scelte del governo non serve a nessuno, tantomeno al governissimo perché limita pericolosamente la funzione dialettica propria di un partito. È questo anche un invito a chi nel mio partito nazionale tenta di puntellare le proprie certezze tergiversando sulla data e sulle regole del nostro congresso, comprimendo di fatto il dibattito.  Ma non si può arginare la forza del cambiamento. Perché lentamente muore chi non rischia la certezza per l’incertezza. Per inseguire un sogno, quello di un PD forte e libero”. Inoltre, intervenendo nella direzione provinciale di Sabato 27 Luglio, ha dichiarato: “Viviamo un momento di difficoltà, che qualcuno definisce la tempesta perfetta: problema finanziario, energetico, istituzionale. La politica si limita a gestire l’immediato e vive di rinvii. Specialmente il PD che non affronta mai con determinazione le questioni nodali. Intanto, chiedo di sapere i 101 delinquenti della politica, i 101 franchi tiratori che hanno silurato Prodi. Il congresso dovrà servire a fare chiarezza anche su questo”.

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