Renzi ha incontrato Berlusconi. L’ordine del giorno era l’intesa sulla legge elettorale. Berlusconi si è recato alla sede nazionale del PD. Dopo la giornata di ieri, condita da minacce e veti sia dalla minoranza del PD che dagli alleati del governo, sembra che vi sia una convergenza sull’accordo tra Renzi e Berlusconi anche del premier Letta e di Alfano. Le correzioni allo schema iniziale li convincono. Ieri il Cavaliere non ha posto la condizione dell’election day del 25 maggio e il modello spagnolo è stato rivisto e corretto alla fiorentina. Sbarramento al 5 per cento di coalizione e non di partito (all’8 solo per i partiti che non entrano in coalizione) e premio di maggioranza per chi supera il 35-40%. Alfano e il suo mediatore Maurizio Lupi si convincono grazie a due decisive correzioni: la ripartizione nazionale dei seggi e le circoscrizioni più ampie. “Così diamo un anno di vita al governo e a maggio state certi che non si vota per le Politiche” garantisce il sindaco di Firenze al vicepremier. Anche Enrico Letta commenta soddisfatto l’esito dell’incontro. Ma la partita è appena iniziata. La minoranza del Pd prepara una fronda. “Non mi interessa, se contestano tiro dritto lo stesso” avverte il segretario.