Si è svolta a Napoli la Repubblica delle Idee, la grande kermesse del quotidiano La Repubblica. La manifestazione ha visto, nella giornata di Domenica 9 Giugno, la conclusione con il dialogo di Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari. Parlano due linguaggi differenti. Differenti sono anche le pause, la metrica e l’ironia. Ma sul palco del teatro San Carlo di Napoli, per Repubblica delle Idee, Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari dialogano e interagiscono in un’esplosione di gioia, tra comicità irriverente e lucida analisi del presente, scandali e corruzione in primis a fare da fil rouge dell’avvenimento. Una gioia che Benigni vorrà “raggruppare” e dedicare all’attore napoletano Massimo Troisi – scomparso venti anni fa – prima di iniziare a declamare il XXVI canto dell’Inferno di Dante. Quello dedicato a Ulisse, “uno che lascia la moglie a casa, va con tutte le donne che incontra, e che ha pure avuto uno storia con una ninfa che era la nipote di Poseidone…”, scherza il premio Oscar in un rimando continuo di link e citazioni all’attualità politica. Nell’intro, Scalfari si commuoverà per Enrico Berlinguer nel ricordarne il trentennale della morte: “Fa parte della storia non solo del Pci, ma della storia della democrazia italiana – dice emozionato – io ero molto amico di Berlinguer. Benigni dispensa battute a raffica. All’inizio, commentando il tutto esaurito dal Teatro San Carlo: “Grazie del Teatro pieno, i sondaggi lo davano vuoto. Ci devono essere stati dei brogli”. E poi, richiamando l’attualità: “L’anno prossimo la Repubblica delle Idee si farà a Venezia dove c’è più movimento. Stanno costruendo una nuova grande opera, un nuovo carcere. Leggevo di Giancarlo Galan, al quale arrivavano 100mila euro al mese. Beh, a maggio ha preso 100mila e 80 euro…” Ed ancora: “Viviamo in un’epocca strana: c’è un Presidente nero, due Papi…addirittura il PD al 41%”.