Il Procuratore Capo Facente Funzione Paolo Auriemma ha posto la parola fine alle indagini sul delitto di Serena Mollicone. Il magistrato, infatti, ha chiesto al Gip l’archiviazione anche contro ignoti. La decisione arriva dopo che anche il precedente procuratore capo, Mario Mercone, nonostante le tante indagini fatte disporre nel corso di questi ultimi anni, si era dovuto arrendere all’evidenza e difronte alla totale assenza di elementi e soprattutto prove, aveva dovuto chiedere al Gip l’archiviazione nei confronti dei cinque indagati.
Le due decisioni sono piombate su Arce e sulla famiglia della povera Serena come un macigno. Il papà Guglielmo ha sempre continuato a tenere alta l’attenzione mediatica sul caso cercando anche di far rimanere vivo, a livello nazionale, il ricordo della sfortunata studentessa di diciotto anni uccisa nel giugno del 2001. Quindici anni di indagini, di presunte svolte e poi smentite clamorose. Il primo ad essere finito nel mirino degli inquirenti per poi essere scagionato in tutti e tre i gradi di giudizio fu il carrozziere di Rocca d’Arce, Carmine Belli. Qualche anno di calma apparenti e poi nel 2011 l’iscrizione nel registro degli indagati di ben sette persone accusate di ‘omicidio volontario ed occultamento di cadavere’. Un atto dovuto, quello dell’avviso di garanzia, per poter permetterr ai Carabinieri del Ris di prelevare le impronte e sottoporre gli indagati al test del Dna. Tutti i riscontri, le verifiche e gli esami, hanno dato esito negativo. Nessuna delle persone iscritti nel registro degli indagati ha partecipato all’omicidio e all’occultamento del cadavere di Serena. Quell’unica impronta lasciata dall’assassino sul nastro adesivo che legava i piedi della ragazza, non ha quindi un nome ed un volto. La mancanza di ulteriori elementi quindi ha indotto la Procura ha porre la parola fine a quindici anni di investigazioni. Chi ha ucciso Serena porterà per sempre questo peso sulla coscienza.