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Dal sito europafacile.it
Migliorare la tutela della biodiversità e della natura a vantaggio dei cittadini e dell’economia. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo del nuovo piano d’azione per la natura, i cittadini e l’economia, lanciato dalla Commissione europea a fine aprile, che già dal titolo, sembra quasi presentare un paradosso, perché nella percezione comune l’esigenza di tutela della natura è spesso vista come un ostacolo, una limitazione, alla fruizione di uno spazio o al suo sfruttamento economico. Ed è proprio per cambiare, ribaltare questo approccio, di frequente innescato da chi deve dare attuazione alla normativa, che la Commissione intende lavorare con questo piano

La normativa unionale a tutela di natura e biodiversità fa capo alle Direttive Habitat (Direttiva 92/43/CEE) e Uccelli (Direttiva 2009/147/CE), che insieme costituiscono il quadro per la protezione delle specie e degli habitat naturali di particolare interesse (proteggono circa 1.500 specie animali e vegetali e circa 200 tipi di habitat rari, all’interno e all’esterno delle zone protette, unendo la tutela della natura con l’uso del suolo e attività economiche sostenibili) e per la costituzione della rete Natura 2000, la più vasta rete coordinata di zone protette ricche di biodiversità al mondo (occupa il 18% della superficie terrestre dell’UE, ma solo il 6% di quella marina). Trattandosi di direttive, sono gli Stati membri che scelgono i mezzi e le procedure per recepirle e renderle operative, e proprio questa è risultata la maggiore criticità: una valutazione delle due direttive, o più precisamente il controllo di adeguatezza, realizzato nel quadro dell’iniziativa “legiferare meglio”, ha infatti confermato che esse sono sì adeguate allo scopo, ma il conseguimento dei loro obiettivi e la realizzazione del loro pieno potenziale dipendono in modo sostanziale dal miglioramento della loro attuazione.

I problemi principali evidenziati dal controllo di adeguatezza sono:
– risorse limitate,
– applicazione carente,
– insufficiente integrazione degli obiettivi legati alla natura in altre aree di intervento,
– insufficiente conoscenza e inadeguato accesso ai dati,
– scarsa comunicazione,
– limitato coinvolgimento dei portatori d’interesse,
– inadeguatezza dei soggetti che devono dare attuazione alle direttive a livello regionale, che talvolta non conoscono a sufficienza gli obblighi, la flessibilità e le opportunità che esse offrono, cosa che finisce per causare tensioni e contrapposizioni fra tutela della natura e attività economiche.

Il piano d’azione intende ovviare a questi problemi, confermati tra l’altro dalla Corte dei Conti in una recente relazione sull’attuazione della rete Natura 2000 (relazione speciale 1/2017), attraverso l’introduzione di misure concrete tese a correggere gli approcci utilizzati finora e accelerare il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa2020, ovvero arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici.

Il piano prevede 15 azioni concrete riunite in 4 settori prioritari. La maggior parte delle azioni sarà avviata nel 2017.

I settori prioritari sono:
1. Migliorare gli orientamenti e le conoscenze e assicurare una maggiore coerenza rispetto ai più ampi obiettivi socioeconomici
All’interno di questo settore prioritario sono comprese azioni intese ad aiutare coloro che devono applicare le direttive a risolvere i problemi attuativi evidenziati attraverso soluzioni concrete, che consentano procedure più celeri di autorizzazione dei siti, innescando una collaborazione attiva fra i portatori di interessi apparentemente contrastanti. La Commissione intende promuovere una maggiore comprensione sul campo della legislazione, per aiutare le autorità pubbliche ad applicarla meglio, mentre gli Stati membri dovranno migliorare l’accesso ai dati necessari per l’attuazione delle direttive e la conoscenza degli stessi. La Commissione sosterrà anche iniziativeper sensibilizzare sul contributo che ecosistemi sani danno al benessere e allo sviluppo economico.

2. Favorire la titolarità politica e rafforzare la conformità
Le azioni coperte da questo settore intendono migliorare l’attuazione della rete Natura 2000 attraverso un dialogo bilaterale fra la Commissione da un lato e gli Stati membri e gli stakeholder dall’altro. Sono previste anche azioni di formazione per giudici e PM nazionali in tema di politica ambientale, per facilitare l’accesso alla giustizia e garantire la conformità alle norme ambientali UE.

3. Rafforzare gli investimenti nella rete Natura 2000 e migliorare le sinergie con gli strumenti di finanziamento dell’UE
Se i benefici derivanti dalla piena attuazione di Natura 2000 sono enormemente superiori ai suoi costi (il loro valore è stimato fra i 200 e i 300 miliardi di euro, a fronte di un costo annuo di 5,8 miliardi), la mancanza di risorse per affrontare tali costi resta pur sempre un ostacolo non secondario. Per ovviare a questo problema il piano introduce misure per migliorare l’impiego dei finanziamenti che sono utilizzabili per questo scopo e stimolare gli investimenti privati nella natura rendendoli più attraenti. Sono previste misure per migliorare le sinergie con la PAC e con altri settori quali la politica di coesione, quella della pesca e quella di ricerca e innovazione, allo scopo di arginare il declino degli habitat legati all’agricoltura. La Commissione prevede di sviluppare orientamenti per aiutare gli Stati membri ad elaborare i quadri finanziari nazionali relativi a Natura 2000.

4. Migliorare la comunicazione e la sensibilizzazione e il coinvolgimento di cittadini, portatori d’interesse e comunità
Dal momento che la protezione della natura e i suoi vantaggi riguardano tutti, è importante che tutti siano coinvolti, e per questo il piano prevede che la Commissione, assieme al Comitato delle Regioni utilizzi tutte le piattaforme disponibili che possono contribuire ad aumentare la consapevolezza di tutti (cittadini, imprese, rappresentanti degli enti locali) e promuova il coinvolgimento a livello locale e gli scambi di conoscenze. È prevista anche una misura per aiutare i giovani a impegnarsi direttamente nella conservazione della natura e ad acquisire competenze preziose per la loro vita professionale, in particolare attraverso il Corpo europeo di solidarietà.

L’attuazione del piano fa capo alla Commissione europea, ma prevede anche un forte coinvolgimento del Comitato delle Regioni, in ragione della forte dimensione territoriale del piano stesso e del ruolo delle autorità locali nell’attuazione delle direttive. Anche gli Stati membri e i portatori d’interesse dovranno impegnarsi, così come il pubblico: il piano d’azione offre infatti opportunità concrete per coinvolgere tutte le categorie di soggetti interessati e creare partenariati in tutti i settori politici, cosa che, nei piani, permetterà di costituire una solida base per riconciliare natura, cittadini ed economia.

Il piano è costituito da due documenti: la comunicazione della Commissione con il piano vero e proprio e un documento di lavoro (solo in inglese) che presenta un dettaglio delle singole azioni e delle attività da mettere in campo, i risultati attesi, i soggetti coinvolti e le tempistiche previste

Il 6 giugno prossimo è in programma una conferenza organizzata congiuntamente dalla Commissione europea, dal Comitato delle Regioni e dalla presidenza maltese dell’UE che presenteranno i contenuti del piano agli Stati membri e ai principali stakeholder, sia pubblici sia privati. Le iscrizioni per partecipare sono già chiuse ma le sessioni principali saranno trasmesse in streaming, e sarà pertanto possibile prendervi parte in modo virtuale. Informazioni più dettagliate sono disponibili sulla pagina web dedicata alla conferenza, dove sarà anche pubblicato il programma definitivo degli interventi.

Per seguire in streaming: http://ec.europa.eu/environment/nature/legislation/fitness_check/action_plan/conference_en.htm

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