L’analisi del voto di Ermisio Mazzocchi

Tratta da Unoetre. E’ necessario andare in profondità nell’analisi del voto del 4 marzo per comprendere il significato di quel risultato che ha riguardato tutti i partiti, sconvolgendone assetti e frantumando certezze. La provincia di Frosinone ne è un esempio, su cui è utile soffermarci per rilevare i cambiamenti prodotti in questa consultazione elettorale. I partiti più penalizzati sono quelli tradizionali come PD e FI, mentre quelli che ne escono rafforzati, anche in maniera sorprendente, sono M5S, Lega e FdI.
Una lettura dei voti per essere compresa pienamente, deve avere dei raffronti, altrimenti il dato isolato da un contesto storico delle precedenti votazione non avrebbe nessun valore e si ridurrebbe unicamente a confronto circoscritto al risultato del 4 marzo 2018. In provincia di Frosinone il partito che più perde in voti e in percentuale è FI. Questo partito nelle politiche del 2008 ebbe 151.344 voti (47,2%) scende a 90.688 (31,2) nel 2013, per arrivare nel 2018 a 50.495 voti (risultato ottenuto sommando i voti del collegio di Frosinone e quello di Cassino), attestandosi intorno al 17%.

Appare evidente che FI subisce una perdita di voti nel 2013 di 60.664 rispetto al 2008, nel 2018 di 40.193 voti rispetto al 2013, e sempre nel 2018 ben 100.949 voti rispetto al 2008. Il PD ha una perdita di notevole dimensione. Infatti nel 2008 esso ottiene 97.194 voti (30,3%), scende nel 2013 a 65.572 voti (22,5%) per fermarsi a 40.803 voti (sempre sommando i due collegi), attestandosi intorno al 14%. Questo significa che il PD nel 2013 perde 31.622 voti rispetto al 2008, e nel 2018 perde 25.542 voti rispetto al 2013 e naturalmente ben 40.803 rispetto al 2008.

E’ evidente che FI è il partito con maggiori perdite di voti, mentre quelle del PD appaiono più contenute. Se si vuole fare comprendere quali siano i trasferimenti di voti ad altri partiti si deve tenere presente che rimanendo a un rapporto solo con il 2013, i due partiti insieme perdono 65.735 voti. La Lega, M5S, FdI e Casa Pound non erano presenti nel 2008, per cui le valutazioni per essi vanno fatte in rapporto al 2013. M5S è il partito che riceve il massimo dei consensi, che già nel 2013 era di 71.547 voti (24,6%), mentre nel 2018 (sempre sommando i due collegi) ottiene 104.193 voti (circa il 36%). Un partito che guadagna ben 36.646 voti.

Sorprendente (ma non troppo) è il risultato della Lega che nel 2013 ottiene solo 381 voti (0,1%), mentre nel 2018 raggiunge i 43.424 voti. Non credo che ci sia bisogno di raffronti. Più contenuto, ma un buon risultato è quello di FdI che nel 2013 ottiene 5.499 voti, mentre nel 2018 riceve 13.386 voti, guadagnando 7.887 voti. Un risultato che merita attenzione è quella del partito di estrema destra, CasaPound, che passa da 1.027 voti nel 2013 a 3.927 nel 2018. Non deve essere sottovalutato questo risultato che rivela una presenza sempre più organizzata e capace di attrarre consensi alla destra più estrema.

Si può, con la dovuta cautela, ritenere che i voti persi da PD e soprattutto da FI, si siano spalmati su M5S e la Lega, non escludendo un riversamento dei voti del PD, in particolare del suo elettorato di sinistra, verso altri partiti minori di sinistra. Mentre potrebbe significare più evidente una distribuzione dei voti di FI su la Lega e il M5S.

I dati mostrano in modo inconfutabile che il primo partito risulta essere M5S con 104.193 voti, e a seguire FI 50.495, Lega 43.424, PD 40.803, FdI 13.386.

Il voto regionale presenta delle caratteristiche interessanti. Appare chiaro che il vero sconfitto per una sostanziosa perdita di voti è FI, che passa dai 103.286 voti nel 2010, ai 73.104 voti nel 2013, perdendo quindi 30.182 voti rispetto al 2010, per arrivare ai 44.311 del 2018 con una perdita di 99.311 sul 2010 e di 28.793 sul 2013.

La Lega, non presente nel 2010, ottiene ben 28.259 voti, passando quindi da 0 voti a questo eclatante risultato. M5S, non presente nel 2010, ottiene 31.900 voti nel 2013, per arrivare 52.702 voti nel 2018, guadagnando ben 21.702.

FdI, non presente nel 2010, passa da 10.835 voti nel 2013 a 14.100 voti nel 2018 guadagnando poco più di 3.725 voti.

Il PD rimane stazionario, pur perdendo voti rispetto al 2013. Il PD nel 2010 ottiene 51.550 voti, nel 2013 65.527, guadagnando 13.527 voti, ma nel 2018 ottiene 50.966 voti, perdendo 1.634 voti rispetto al 2010, e ben 15.461 voti rispetto al 2013. Sostanzialmente si è tornati al 2010.

Anche in queste elezione CasaPound, non presente nel 2010, passa da 10.835 del 2013 a ottenere nel 2018 ben 14.100 voti guadagnando 3.175. un dato da non sottovalutare.

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