Dal Sito dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Rivedere le scadenze della contabilità economico-patrimoniale, riformulare il piano di riequilibrio pluriennale, eliminare le sanzioni da sforamento del saldo di competenza 2016, rendere disponibili per le Città metropolitane gli avanzi di amministrazione e rivedere i criteri di assegnazione del fondo per la messa in sicurezza. E ancora, misure per la semplificazione amministrativa, per la ripresa degli investimenti e per la ristrutturazione del debito del comparto Comuni. Sono questi i principali temi che Anci porterà all’attenzione del nuovo governo e che oggi sono stati illustrati al Parlamento, nel corso dell’audizione davanti alla commissione speciale della Camera che sta analizzando il documento di economia e finanza 2018.
“Meno risorse disponibili a fronte di una domanda di protezione crescente: questo il paradosso che ogni sindaco ha dovuto governare in un frangente storico reso tanto più delicato e complesso dal dispiegarsi degli effetti delle globalizzazione”. A sottolinearlo è stato Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e delegato Anci alla Finanza Locale. Il contributo fornito dai comuni al risanamento dei conti pubblici dello Stato negli ultimi anni è stato molto rilevante. Il presidente della Corte dei Conti lo ha definito addirittura ‘sproporzionato’. Lo stress economico/finanziario, circa 9 mld negli ultimi 5 anni, ha fortemente logorato la capacità di risposta del sistema comunale ai crescenti bisogni sociali delle comunità amministrate”. Certo, negli ultimi due anni la situazione, quantomeno, si è stabilizzata. “Ma rimangono tante criticità e nonostante gli sforzi del legislatore, abbiamo ancora una estrema difficoltà a spendere le risorse perché il personale è sempre in diminuzione e invecchiato”. “Ormai – ha concluso Castelli – la pubblica amministrazione locale è più concentrata ad adempiere che a funzionare: occorre quindi recuperare la cultura del risultato, che deve passare da una riforma della finanza locale e del catasto e da una diminuzione del profluvio di norme e quesiti che ogni giorno ingessano l’azione delle amministrazioni”. Per il Presidente dei Piccoli Comuni Guerra è “fondamentale graduare il peso degli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità. Inoltre a partire dal 2019 – ha spiegato – cesseranno le riduzioni di risorse previste dal decreto 66/2014. Si tratta di una “restituzione” ai Comuni di 563,4 milioni di euro. L’Anci è pronta a valutare l’opportunità che queste risorse vadano a formare un primo nucleo di contributo “verticale” all’attuale sistema perequativo, oggi alimentato esclusivamente dalle risorse comunali con gravi effetti distorisivi. Per quanto riguarda il versante degli investimenti – ha continuato – bene l’indicazione di risorse dirette alla progettazione ma vanno aumentate, perché i Comuni vogliono svolgere pienamente la funzione di principale sostegno all’economia locale. Anci ha presentato un primo studio sugli avanzi disponibili dei Comuni – ha concluso Guerra – che dimostra che se si cambiano alcune regole possiamo fare di più, utilizzando gli avanzi a disposizione”.