La direzione PD dà mandato a Zingaretti per trattare col M5S

La direzione del Pd ha dato mandato al segretario di trattare con il M5S. E Nicola Zingaretti fissa i cinque punti che dovranno costituire la base della trattativa.

 “Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.

“Non ho mai demonizzato M5s – ha poi sottolineato il segretario pd – anzi, al contrario sono stato oggetto di critiche a volte feroci perchè ho tentato di sviluppare un’analisi attenta su questo movimento, ma non posso ignorare differenze enormi, che riguardano principi, un’idea di Europa di democrazia. Non facciamo finta che questa differenza siano scomparse, Dobbiamo lavorare sui contenuti e sul merito”.

Nella relazione alla direzione del Pd, approvata per acclamazione, Zingaretti ha dettato la sua linea, quella che porterà al Quirinale. Un eventuale nuovo governo, ha detto il segretario dem, deve essere “di svolta, di legislatura”, “deve essere in discontinuità con il precedente”, deve avere alla base una “forte condivisione di obiettivi”. Altrimenti “è meglio andare alle urne”. Zingaretti ha posto i paletti alle eventuali trattative: “No a un contratto cambiando solo capitoli e sottoscrittori”.

“Di fronte alla situazione drammatica del Paese – ha aggiunto – abbiamo il dovere come forza democratica di dare disponibilità e verificare se esiste la possibilità di dare vita a una maggioranza parlamentare nuova, forte, di discontinuità e di larga base parlamentare che convinca le persone delle nostre ragioni. La nostra proposta deve essere chiara, lineare trasparente per evitare a tutti coloro che tenteranno questo esperimento l’accusa di trasformismo. No a una confusa ammucchiata”.

“Ora Zingaretti ha la forza di un partito unito con cui può iniziare un dialogo limpido e chiaro coi 5s per cercare di dare vita a un governo di svolta”, scrive su Twitter il deputato dem, Dario Franceschini.

Andrea Orlando: “No a Conte-bis” – Poco prima di iniziare, il vicesegretario Andrea Orlando aveva parlato della necessità di avere una discontinuità: “Non è possibile” costruire oggi “una maggioranza diversa con lo stesso presidente del consiglio”. Così Andrea Orlando, pochi minuti prima dell’inizio della direzione Pd alla sede del Nazareno, chiude le porte a un bis di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Secondo l’ex ministro della Giustizia – considerato uno degli uomini nel Pd più vicini a Nicola Zingaretti – durante il suo discorso in Senato il premier dimissionario “ha dato ieri segno di un sussulto apprezzabile, ma francamente mi pare che ci sia un tratto di trasformismo nel cambiare maggioranza e mantenere parte dello stesso esecutivo”, dunque “credo che sarebbe più logico pensare a un esecutivo nel quale si introduca una netta discontinuità”. L’assise delle ore 11 al Nazareno sancirà la linea dem da portare avanti al cospetto di Sergio Mattarella in occasione delle consultazioni, che inizieranno oggi alle 16 ma che vedranno i capigruppo Pd di Senato e Camera presentarsi al Colle domani alle 11.

M5s: “Noi primo partito, parliamo domani. Compatti con Di Maio” – Un svolta, quella di Zingaretti e del Pd, che i 5 stelle per il momento non commentano. In queste ore riceviamo appelli da più parti, il M5S coglie dunque l’occasione per ricordare a tutte le forze politiche di essere il primo partito in Parlamento, con una propria maggioranza relativa. Domani, al termine delle consultazioni, comunicheremo le nostre valutazioni. Questo è il momento del rispetto delle istituzioni”, recita un comunicato dei 5 stelle, diffuso solo pochi minuti dopo l’approvazione da parte dei dem dell’odg di Zingaretti. E proprio il faccia a faccia con Mattarella potrebbe cambiare le carte in tavola. Anche per questo motivo nel primo giorno di consultazioni i capigruppo del M5s Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli hanno diffuso una nota per spiegare che “si affideranno alla volontà del presidente Sergio Mattarella che segnerà la strada da seguire dopo che Matteo Salvini ha aperto un’assurda crisi di governo in pieno agosto. Il MoVimento è unito e compatto intorno al capo politico Luigi Di Maio. Siamo un monolite. E adesso siamo concentrati sulle consultazioni

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