La fake news (specificata come tale) su Renzi

Dal profilo facebook del Partito Democratico del Lazio

Il deepfake di Matteo Renzi trasmesso la sera di lunedì 23 settembre da Striscia segna senz’altro l’inizio di un’altra epoca per l’informazione.
Anni di dibattiti sulla verifica delle fonti, sui contenuti, sulle fake news, studi e ricerche di ogni genere e ora, con il gusto di un sabotatore, Antonio Ricci e i suoi sganciano nel preserale di un canale generalista un fake video iperrealista senza alcuna cautela.
Nel corso del programma Ezio Greggio si limita iad aggiungere una sibillina variante del suo storico slogan: “È lui o non è lui? Ma certo che non è lui […] cose così Renzi le pensa, mica le dice”. Un po’ poco.
Il punto è che il mezzo utilizzato, un deepfake, alza clamorosamente la soglia di rischio: questi video manipolati grazie a sistemi di intelligenza artificiale e reti generative avversarie, sono sempre più complicati da individuare.
Non un avviso, non una spiegazione, prima di quella clip. Neanche la voglia e la possibilità, per certi versi legittima, di fare ironia con quegli strumenti ma mettendo bene in chiaro che non si trattava di un video originale.
Non è una questione da poco.
Stiamo attenti, a minimizzare questa roba come simpatico divertissement televisivo in stile Striscia.
Non lo è in alcun modo: non per le tecnologie utilizzate, non per gli effetti che è in grado di produrre in un’opinione pubblica già avvelenata non solo da decenni di tv generalista ma da fiumi di idiozie che scorrono sui social network, e non lo è per i rischi che possono derivarne non solo per la politica ma anche nelle nostre vite quotidiane.
Il deepfake è il mezzo perfetto per un nuovo tipo di revenge porn, per frodi di vario genere (anche in versione solo audio), per operazioni e vessazioni psicologiche potenzialmente devastanti. Se con le fake news sembrava una battaglia contro i mulini a vento, con i deepfake non potrà che finire peggio. Specie se li mandiamo in onda senza spiegare cosa siano. 

Dal profilo facebook di Vincenzo Polselli. 

È passato quasi del tutto inosservato ai più quanto è andato in onda nei giorni scorsi a Striscia la Notizia. Si tratta di un fuori onda – falso – di Matteo Renzi realizzato con una tecnologia (sempre più affinata) basata su un’intelligenza artificiale. Questa tecnica sovrappone il volto di qualcuno, in questo caso Renzi, al volto di un altro, adattandone perfettamente i movimenti e la voce in modo che sembri reale e praticamente indistinguibile dal vero. Le potenzialità di questi video sono inimmaginabili. Il fenomeno delle fake news a cui siamo abituati è nulla a confronto di quello che assisteremo nei prossimi mesi ed anni. Immaginate quello che potrebbe accadere se questi video fossero usati per far fare delle dichiarazioni ad un capo di stato o a dei terroristi? Ma possiamo ipotizzare anche situazioni più banali come quelle di associare video compromettenti (anche magari con fini di ricatto) a persone qualunque lontanissime da fatti rappresentati. La decostruzione della realtà (anche quando è apparentemente innocua) è strettamente connessa alla distruzione dei valori fondanti dell’uomo. Non sapere più chi siamo e cosa ci facciamo su questa terra (senza ricordare il passato ed avere a cuore il futuro di chi verrà dopo di noi) ci sta portando, ormai da qualche tempo, verso il totale caos che, se non si interviene, significa l’irreversibile fine dell’umanità. Ed è solo questione di tempo.

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