Questa sera Report parla di Fontana Liri

Lunedì 18 Novembre, alle ore 21,20, su Rai Tre la puntata di Report parlerà anche di Fontana Liri.

Come anticipa Repubblica.it
E la Difesa non paga le tasse sugli immobili
Inchiesta di Report: gli alloggi dei militari devono versare l’Imu e Ici. Lo ha riconosciuto la Cassazione dopo l’istanza del Comune di Fontana Liri. Ma i soldi non ci sono. E il problema riguarda tutte le città italiane

Ci sono 16 mila immobili del demanio usati dal ministero della Difesa come abitazioni del personale militare. Per la Cassazione hanno solo una funzione abitativa, senza svolgere attività istituzionale. E quindi la Difesa dovrebbe pagare ai comuni Ici e Imu, come tutti gli altri proprietari di case. Ma non lo fa. Questa “evasione d Stato” viene rivelata da Report nella puntata in onda lunedì. Il punto di partenza sono le sentenze della Corte Suprema che ha accolto le denunce del comune di Fontana Liri (Frosinone); su quelle case con le stellette bisogna pagare le tasse. Nonostante i verdetti, però, neppure un euro è stato versato al municipio. E ora il pronunciamento dei giudici potrebbe provocare un effetto domino in tutta Italia.

Le abitazioni dei militari o gli edifici senza più compiti istituzionali sono moltissimi. A Sesto Fiorentino se ne contano 270 e dovrebbero pagare 150 mila euro l’anno di Imu; a Milano 86 per un’imposta globale di 240 mila euro. A Napoli si registrano 6 complessi immobiliari per un totale di 297 mila euro. A Verona sono 235 per 355 mila euro. Il record a Roma, dove se ne censiscono ben 1981 con tre milioni l’anno di tasse da pagare. “Siamo stati ricevuti dal capo di gabinetto della ministra Trenta – racconta a Report Gianpio Saracco, sindaco di Fontana Liri -: ha ammesso che i crediti del Comune erano legittimi. Ma non erano stati stanziati in bilancio non ci avrebbero pagato perché non sapevano come pagarci”.

Insomma, neppure i giudici riescono a farsi rispettare dai generali. Il problema che non è chiaro neppure come siano registrati nel catasto questi alloggi. Molti edifici militari infatti esistono da un secolo, con posizioni mai aggiornate. E quindi i municipi devono letteralmente andare alla caccia delle abitazioni in mano alla Difesa. “Dal momento in cui il demanio non comunica, noi la nostra ricerca la dobbiamo fare utilizzando i mezzi più strani, ivi compreso le conversazioni Facebook dei militari”, spiega il vicesindaco di Napoli Enrico Panini: “Abbiamo individuato oltre sei immobili, con cubature per oltre 300mila metri quadri. Significa che il Comune di Napoli può vantare una richiesta per Tari e Imu, superiore ai 300 mila euro l’anno”.

Dopo l’iniziativa di Fontana Liri anche l’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni, si è mobilitata. Alla domande di Report, il ministero della Difesa ha risposto che “la complessità di classificazione degli alloggi è legata ad una difficoltà di ricognizione, in quanto gli stessi sono soggetti a un notevole e continuo mutamento dell’impiego di personale sul territorio. Si consideri che, mediamente, 3.000 militari l’anno sono trasferiti di sede, con un impatto continuo e diretto sulla situazione alloggiativa”. Ma il ministro Lorenzo Guerini, insediato da due mesi, ha proposto all’Anci di creare un tavolo tecnico per affrontare la situazione. Che potrebbe dare sollievo ai conti dei sindaci e infliggere un colpo al bilancio delle forze armate.

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