Intervista al virologo Palù

Dal Corriere della Sera
“Auspichiamo di avere entro giugno 2021 aleno 25-30 milioni di dosi dalle due aziende i cui vaccini sono già disponibili e contiamo di poter ottenere forniture addizionali oltre quelle prenotate. Per quel periodo avremo comunque immunizzato circa 15 milioni di italiani mettendo in sicurezza le persone più a rischio e i luoghi nevralgici: ospedali e strutture per anziani». Il virologo Giorgio Palù — presidente dell’agenzia nazionale del farmaco, Aifa — analizza la situazione d’emergenza legata alla insufficienza di «materia prima» e non dispera. Solo Pfizer-Biontech sta consegnando i lotti, Moderna potrebbe cominciare non prima della prossima settimana dopo l’approvazione attesa per mercoledì 6 gennaio da parte dell’ente europeo Ema, mentre non c’è ancora una data per il via libera ad AstraZeneca, circa 50 milioni nel 2021, la fornitura più cospicua, che dovrebbe costituire il principale strumento della campagna vaccinale. E si sta ipotizzando il piano B.

Cominciamo dallo scenario peggiore. Che succede se i vaccini di AstraZeneca tardano oltre le previsioni?

«Entro giugno dovremmo comunque aver assicurato la protezione dal virus a 15 milioni di persone fra operatori sanitari, ospiti delle residenze per anziani e popolazione sopra gli 80 anni. Significa aver messo in sicurezza i più a rischio e averli difesi dalle conseguenze letali del Covid-19 che riguarda i pazienti più fragili per età e presenza di patologie croniche».

L’epidemia però non verrebbe fermata.

«Verrebbe contenuta. È vero, il virus continuerebbe a circolare nelle altre categorie di soggetti, soprattutto più giovani, meno esposti alle conseguenze gravi della malattia. Una certezza l’abbiamo. I vaccini finora autorizzati sono molto efficaci oltreché sicuri».

Esiste la prospettiva di avere un quantitativo superiore di dosi dalle aziende già presenti sul mercato europeo (Pfizer-Biontech) o che stanno per esserlo (Moderna)?

«Sono in corso trattive comunitarie dell’Ue e unilaterali dell’Italia per l’acquisto di ulteriori quantitativi. Le nostre istituzioni hanno avviato contatti diretti con le aziende produttrici per avere un incremento significativo di dosi entro giugno».

Quali sono i dubbi da sciogliere sul vaccino di AstraZeneca?

«L’efficacia è fuori dubbio, ma con quale dosaggio e con quale intervallo tra la prima e la seconda somministrazione? Questi i punti principali che l’agenzia Ema e quella americana Fda vogliono chiarire».

«Le aspettative sono che in primavera-estate la circolazione si attenui anche per cause ambientali, come tutti i virus respiratori. La storia delle pandemie suggerisce che quelle finora conosciute non durano oltre i due anni. Fino a quando il 65% della popolazione non sarà immune, non se ne parla di rinunciare alle indispensabili misure di prevenzione individuale. Mascherina, distanziamento, igiene delle mani».

Siamo in ritardo con la somministrazione di dosi già arrivate?

«No, siamo di poco sotto la Germania, in proporzione col numero di abitanti e stiamo procedendo ben più velocemente della Francia e stiamo andando avanti con rapidità sempre maggiore. Su questo aspetto non c’è preoccupazione».

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