A tutto…Smeriglio

Da alessioporcu.it
 I rumori di fondo rivelano che è in aeroporto: Massimiliano Smeriglio sta rientrando da Bruxelles. Il suo ufficio è lì al parlamento Europeo da quando ha lasciato la Regione Lazio: era il vice di Nicola Zingaretti, è stato il teorizzatore di Piazza Grande l’onda di entusiasmo sulla quale costruire un Pd nuovo, largo, inclusivo. Un progetto che è affondato con la decisione del Segretario di dimettersi dalla guida del Partito denunciando che lì si pensava solo alle poltrone.

A Bruxelles ha appreso delle dimissioni di Mauro Buschini, della scelta di lasciare subito la poltrona di Presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Perché “sulla moglie di Cesare non ci devono essere sospetti” ha spiegato Buschini a chi gli consigliava di aspettare, di attendere che facesse altrettanto l’intero Ufficio di Presidenza dal momento che era stata approvata all’uanimità la delibera sulle assunzioni finita al centro delle polemiche.

Massimiliano Smeriglio non si nasconde dietro una foglia di fico.

Buschini ha sfidato tutti

«Mi spiace molto per Buschini. Credo abbia fatto la cosa giusta sfidando tutti sul terreno della trasparenza. Facendo un passo di lato permetterà di fare piena luce sulla vicenda. Il suo è il comportamento di chi ha a cuore le istituzioni e non ha nulla da temere. Spero questa parentesi duri il meno possibile e auguro a Mauro di tornare a svolgere presto il ruolo di prima linea che gli spetta. Da parte mia voglio esprimergli vicinanza e amicizia».

È il primo a riportare le cose nella loro dimensione politica. Buschini poteva aspettare che anche l’Ufficio di Presidenza maturasse la decisione di lasciare il campo per disinnescare ogni polemica. Invece, dimettendosi ha tracciato la rotta per tutti dimostrando di non essere attaccato alla poltrona e non temere alcun giudizio se è in discussione la trasparenza.

Nasce la sinistra nel Pd
C’è vita a sinistra. Mercoledì prossimo nasce la componente Dem di Goffredo Bettini, si chiama “le Agorà“. Teorizza la realizzazione di Socialismo e cristianesimo: mai una cosa semplice da quelle parti. Nei fatti, l’area Thailandese (dal buen retiro amata da Bettini) sarà la Sinistra del Pd, impegnata a costruire un dialogo con i grillini di sinistra e Giuseppe Conte. Massimiliano Smeriglio si collocherà lì.

«Le Agora’ sono spazio aperto in cui le diversità si confrontano senza timore. Dobbiamo costruire una nuova coalizione progressista che abbia valori e programmi comuni. Qesto si fa solo nel campo aperto confrontandosi. Preparandoci per tempo alle prossime elezioni politiche: una coalizione Pd nuovi 5s polo liberal democratico e la sinistra civica ecologista. Bisogna tornare a costruire altrimenti la destra nazionalista vincerà le prossime elezioni».

Il colpo di scena è che in nessuna delle tappe finora programmate è prevista la presenza di Nicola Zingaretti. Il che sembra confermare il periodo di gelo tra il Governatore e Goffredo Bettino che è stato a lungo la voce da lui più ascoltata.

Ci saranno invece intellettuali di sinistra come Mario Tronti e Nadia Urbinati, sarà collegato l’uomo simbolo del Sant’Egidio Andrea Riccardi, il ministro Andrea Orlando ed il ministro Roberto Speranza, una figura storicamente a sinistra come l’ex governatore della Toscana Enrico Rossi.

Che fine ha fatto il Pd
A cosa serve una sinistra nel Pd di oggi? Ad aiutarlo a ritrovare un’identità. «Quando è nato, il Pd doveva essere un terreno per l’aggregazione di sensibilità diverse della cultura democratica italiana: il post marxismo comunista, il cattolicesimo democratico dei democristiani, il laicismo di socialisti e repubblicani. Strada facendo si è trasformato in un insieme di correnti. Il risultato di oggi è una deriva nella quale si p fedeli al capo corrente e non all’appartenenza culturale della propria area». (Leggi anche Smeriglio amaro: “La Piazza Grande che non c’è stata”).

Un Partito a vocazione suicida, dal momento che crea leader e poi li uccide. «Il Pd di oggi sembra afflitto da un complesso di Kronos: come la divinità mitologica si nutriva dei propri figli questo Pd si nutre dei suoi Segretari. Li crea, li esalta con la corsa in soccorso del vincitore e poi li abbatte in una eterna corsa a demolire se stessi, un incessante scontro interno. Così sono le fazioni a controllare il Partito e determinare le scelte che contano. Fazioni nazionali e potentati locali».

Per una parte del Partito, il Pd ha la vocazione al Governo. «Questo avrebbe un senso con un Partito che ha percentuali così grandi che gli impongono di assumersi la responsabilità di governare il Paese anche se non ha vinto. Ma questo ragionamento ha poco senso quando stai sotto il 20%. La gente non lo capisce. Il Pd in questo modo dà l’immagine di un Partito attaccato al potere. E non di un Partito attaccato alla responsabilità».

Michel vattene
Prima di prendere la via dell’aeroporto, Massimiliano Smeriglio è stato impegnato in una battaglia di principio. «Abbiamo raccolto fra i deputati e le deputate europee le adesioni per una lettera di cui sono primo firmatario. Un fatto politico e simbolico dopo il disastro diplomatico di Ankara».

Il trattamento riservato in Turchia alla presidente Ue Ursula Von der Leyen finisce nel mirino dei deputati Ue del centrosinistra. Un trattamento bollato con asprezza dal premier italiano Mario Draghi con la frase «Erdogan è un dittatore». Smeriglio invece mette nel mirino presidente del Consiglio europeo Charles Michel che era a quell’incontro e si è accomodato tranquillamente al fianco del presidente turco Recep Erdogan mentre nessuna sedia veniva prevista per la presidente Von der Leyen.

La lettera proposta da Smeriglio dice “Presidente Michel, siamo colpiti ed indignati per l’umiliazione subita dalla Presidente Von der Leyen e dalle istituzioni europee, in occasione della visita ad Ankara. Il problema non riguarda soltanto l’arroganza e il machismo del Presidente della Turchia Erdogan. Il fatto più increscioso e doloroso è stato il suo silenzio di fronte ad un’evidente provocazione contro l’Unione e contro la signora Von der Leyen, prima Presidente donna della Commissione europea”.

Un tema sul quale Smeriglio non concede sconti. «Non accettiamo che le nostre istituzioni debbano prostrarsi di fronte a un regime ostile allo stato di diritto, alla libertà di stampa e ai valori costitutivi dell’Unione europea».

Per questo, il deputato europeo, ex vice presidente della Regione Lazio, chiede a Michel di dimettersi. Ma Michel non è Buschini.

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