L’analisi di Paolo Proromo

Da AssociatedPressGroup riceviamo e pubblichiamo.
Nel nostro Paese ciò che si eredita conta più di ciò che si produce. «Le politiche redistributive non bastano» avverte Paolo Proromo, globe-trotter poliedrico dai mille interessi, che nel 1995 partecipò anche a Sanremo insieme alla Riserva Indiana di Sabina Guzzanti e David Riondino, con un testo intitolato “Troppo Sole”, che appunto parlava di minoranze e dell’importanza dell’ascolto.
L’Italia è uno dei Paesi dove il rapporto tra ricchezza aggregata totale ed il totale dei redditi prodotti ogni anno è tra i più elevati al mondo. Insomma una delle nazioni a più elevata intensità capitalistica, dove la ricchezza vale molto più del reddito.

Si accresce così sempre di più il peso della ricchezza ereditata, della trasmissione dinastica patrimoniale, rispetto alla generazione di reddito ed al lavoro. Una situazione dove «il passato divora il futuro».

Questa situazione di concentrazione di ricchezza è andata peggiorando negli ultimi 20 anni e la forbice tra la ricchezza posseduta dal 10% più ricco e dal 10% più povero degli italiani è aumentata.

In pratica, il 40% più ricco della popolazione italiana detiene l’86,3% della ricchezza ed il restante 60% più povero ne detiene solo 13,7%.

Zoomando ancora di più scopriamo che il 5% più ricco della popolazione detiene una ricchezza superiore all’80% più povero.

L’1% più ricco detiene addirittura il 22% della ricchezza nazionale ed i 3 miliardari più ricchi d’Italia posseggono quanto il 10% più povero della popolazione, circa 6 milioni di persone.

«La recessione innescata dal Covid ci lascia poi con un’altra pesante eredità. Le politiche redistributive non basteranno certo a contrastare le disuguaglianze» sostiene Paolo Proromo, globe-trotter poliedrico dai mille interessi, che nel 1995 partecipò anche a Sanremo insieme alla Riserva Indiana di Sabina Guzzanti e David Riondino, con un testo intitolato “Troppo Sole”, che appunto parlava di minoranze e dell’importanza dell’ascolto.

«La vita —prosegue il globe-trotter— mi ha portato a conoscere tante culture diverse, modi di vita diversi, gente di tutte le razze, generi ed abitudini, che hanno fatto crescere il mio bagaglio esperienziale che oggi posso tramettere agli altri».

Certo è che qualcosa deve cambiare, anche a partire da un piccolo comune come quello di Formello. Tanto era stato fatto nelle precedenti amministrazioni (https://bit.ly/3yUytbr) ma purtroppo in questi ultimi 5 anni abbiamo assistito ad una totale incapacità di ascolto con conseguente crescita delle disuguaglianze.

«Insomma ancora in crescita le disuguaglianze che rendono le persone più vulnerabili» enfatizza Paolo Proromo, che ora vuole tentare di riempire un vuoto, dando risalto a prospettive diverse, alle voci ed alle idee dei più giovani e a quelle dei più anziani, dando risalto alle diversità di ogni genere, dare voce a punti di vista anche spiazzanti che però ci portino a pensare.

«Tutto questo lo dico perché per il 12 giugno mi si è proposta un’altra sfida, quella politica. E mi presento nella lista di FormelloxFormello con Giacomo Sandri candidato sindaco, già Commissario del Parco di Veio, volendo rendermi disponibile verso le diversità» puntualizza Proromo.

«Io non credo nelle diversità —prosegue— credo invece fermamente nell’unicità dell’essere umano: non esistono diversità, se non nei nostri “modelli”. Tra l’altro la diversità ci accresce, ci fa capire cosa e come potremmo crescere dentro di noi. Ad esempio io ho un figlio omosessuale e per me è stata una fortuna, perché mi ha insegnato come vivere la vita in maniera libera ed è per questa libertà che mi candido al consiglio comunale di Formello, con la passione e la voglia di rendere libere le persone dalle “trappole” che la società ci mette sul cammino. Come? Ascoltando e condividendo le esigenze».

«Vogliouna Formello —conclude Proromo— che sia città per tutti, viva, attiva e accogliente sia per i vecchi che per i nuovi cittadini».

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