Luciano Duro ci parla di Mario Insenga

Dalla pagina Facebook di Luciano Duro. 

Guardo la TV, solo se c’è qualche vecchio film che vale la pena di vedere, ma ieri sera c’era Mario che si è esibito nella quarta puntata di “The Voice Senior” con il brano “You never can tell” di Chuck Burry. Non è la prima volta che compare in TV, nelle trasmissioni Cult di Renzo Arbore, che sa apprezzare ciò che vale, Mario con i Blue Satuff c’è sempre. Lo conosco bene, lui non ha bisogno e non cerca una esposizione per comunicare con una audience che dal blues è distante mille miglia, né per sottoporsi al giudizio di una giuria, composta da uomini e donne di spettacolo che per la verità non valgono un’ unghia del suo piede destro, perchè l’essere famosi o esibirsi a Sanremo non è sinonimo di qualità. Non è andato a “The Voice Senior” per gareggiare, o per la necessità di “sfondare”, è andato un po’ per “sfizio” e un po’ per mostrare l’altra faccia di una musica ignorata dalle televisioni della quale lui stesso insieme a pochi altri, in Italia, è indiscusso protagonista. Mario Insenga non è un artista in disarmo, l’impiegato con l’hobby del canto o l’appassionato che vuole mettersi alla prova, lui è …

MARIO INSENGA: UN CANTASTORIE BLUES CHE SA PARLARE A GRANDI E PICCOLI

Mario Insenga è un grande musicista, il blues è la sua vita. Lui suona ovunque sia possibile, senza alcun problema: nei teatri, nei festival, ma anche in strada, con lo stesso trasporto, la stessa passione, perchè il blues è il luogo delle emozioni, l’importante è avere buone vibrazioni ed un’intesa con chi ascolta. Il suo cuore batte al ritmo dello shuffle, è un batterista essenziale così come il blues richiede ma non conosco nessuno che sappia colorare i brani e coinvolgere come lui. Tra le sue mani la batteria si scompone in autonomi componenti, a volte usa solo la cassa o i piatti, spesso il charleston o percuote un campanaccio, poi d’improvviso lo strumento si ricompone e si accende in un travolgente ritmo che trasmette energia.
La voce è ruvida ed intensa, Mario canta e racconta, ama tradurre al pubblico i brani che interpreta perchè il blues è poesia popolare e spesso la musica è il background per storie vissute.
È il fondatore nel 1982 dei Blue Stuff, band di punta del blues italiano che ha avuto negli anni numerosi cambiamenti di organico ed è una straordinaria palestra per giovani musicisti che crescono sotto la sua sapiente guida. Il debutto discografico avvenne nel 1990 con “Chicago Bound”, sicuramente uno dei dischi blues più interessanti prodotti in Italia, un album prezioso che ogni appassionato dovrebbe avere.
Poi la collaborazione con Joe Sarnataro, ovvero Edoardo Bennato che si concretizza nel disco “È asciuto pazzo ‘o padrone” che porta il gruppo all’attenzione di un pubblico più vasto anche al di fuori dell’ ambito degli amanti del blues. Nel 2007 in occasione del ventennale del “Liri Blues” i Blue Stuff incidono “Omaggio a New Orleans” ; con la Piccola Orchestra La Viola, un ensemble di 12 organetti, una singolare rielaborazione della musica popolare della Louisiana.
Nel 2021 insieme a Gennaro Porcelli, Gigi De Rienzo e Daniele Sepe ha formato “Piombo a Blues” supergruppo composto da grandi musicisti partenopei, senza tuttavia trascurare i concerti con la sua creatura di sempre : Blue Stuff
Nella foto mentre suona in strada e spiega il brano che eseguirà , circondato da un folto pubblico, catturato da questo cantastorie blues che sa parlare a grandi e piccoli.

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