Fontana Liri, note storiche e curiosità

A cura di Sergio Proia. 

Note storiche e curiosità.

Fontana Liri è sempre stata terra ospitale, ricca di tradizioni e feste popolari. Le feste più attese erano quelle collegate al raccolto, che si svolgevano per lo più all’aperto, sull’aia, dove si effettuavano quasi tutti i lavori del raccolto, era occasione d’incontro, di svaghi, canti e balli. Tra i Fontanesi meritevoli di essere ricordati citiamo: Cesare Pascarella, “romano de Roma”, il poeta era infatti oriundo di Fontana Liri dove avevano vissuto i genitori Pasquale e Teresa Bosisio. Nicola Parravano: scienziato e chimico di chiara fama, accademico d’Italia, nacque a Fontana Liri da una delle famiglie più in vista del Paese. Umberto Mastroianni: artista prestigioso e geniale e Maestro fra i più significativi della scultura contemporanea; l’affermazione che fece di Mastroianni lo scultore di fama internazionale, fu quella ottenuta alla Biennale di Venezia nel 1958 con il conferimento del Gran Premio internazionale per la Scultura. Marcello Mastroianni: nacque a Fontana Liri nel 1924; questo paese si sente onorato e va fiero di aver dato i natali a questo grandissimo attore, apprezzato in tutto il mondo per le sue indiscusse doti di artista.
Tra i lavori stagionali di raccolta quello della “scartocciatura” nelle sere di agosto, aveva quasi il sapore del rito ed era il più atteso e chiassoso: iniziava all’alba e finiva all’imbrunire e si protraeva fino a notte inoltrata e costituiva motivo di richiamo per giovani e anziani. Altro lavoro accompagnato da canti “a distesa” era la vendemmia: i campi erano pieni di piccoli e grandi che recidevano grappoli i quali erano trasportati, in bigonce, a dorso d’asino o con carri; l’uva veniva pigiata con i piedi e quella pigiatura era, a detta, un bagno salutare, perchè tonificava i muscoli. A volte il raccolto era compromesso dalla siccità, se non dalle grandinate; per scongiurare il pericolo e impetrare le piogge si organizzavano processioni propiziatorie che duravano fino a quando si otteneva la grazia. Fra i Santi il più invocato era Sant’ Eleuterio: durante i temporali violenti il contadino accendeva i ceri benedetti nel giorno della “Candelora” e buttava fuori le molle del fuoco, la paletta, gli arnesi da lavoro. Tra le ricorrenze più sentite va ricordato il Natale, che vedeva raccolta la famiglia attorno al focolare in cui ardeva un ceppo enorme, il tradizionale “ciocco”. In preparazione del Natale si svolgeva la novena serale con fedeli che confluivano verso Piazza S. Rocco e la chiesa parrocchiale con in mano un fascio di “strugli” accesi per farsi luce lungo sentieri sassosi. I festeggiamenti continuavano per Santo Stefano con una solenne processione serale; iniziavano poi i preparativi per il Capodanno, dove la sera della vigilia, in chiesa, i fedeli prendevano parte alla funzione di ringraziamento e al “Te Deum”. Il ciclo annuale delle feste terminava con l’Epifania, attesa dai bambini, festa dei doni. Il 17 Gennaio veniva ricordato Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Le feste religiose riprendevano con la Pasqua: all’inizio della Quaresima si appendeva sotto un balcone una grossa patata in cui venivano conficcate sette penne di gallina ( le sette settimane precedenti la Pasqua, che si toglievano una ogni domenica). Il Martedì dopo Pasqua si celebrava, come ancora oggi, nei pressi della stazione ferroviaria di Fontana Liri, la festa della “Madonna della Costa”, una specie di “pasquetta” fontanese, con la Messa celebrata nella piccola chiesa di Sant’Anna. Oltre a queste ricorrenze si celebravano Santo Stefano e San Benedetto martire, comprotettori del paese, Sant’Antonio da Padova, San Rocco, la Santa Croce, la Madonna di Loreto, San Paolo. Il culto locale per Santa Barbara risale alla fine del 1800, quando sul territorio venne installato lo stabilimento militare; anche se, all’inizio, la Santa era considerata patrona del solo polverificio e dei suoi dipendenti, in suo onore il 4 dicembre di ogni anno si effettuavano anche in paese festeggiamenti con addobbi e luminarie. In data 5 aprile 1928 il Vescovo Iannotta, con proprio decreto elevava la chiesa a parrocchia autonoma; l’edificio accoglieva, oltre alla bella statua di Santa Barbara, quella di San Rocco, di Sant’Antonio da Padova, del Sacro Cuore di Gesù, di Santa Rita e della Madonna Addolorata.

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