E’ morto Roberto Freak Antoni. Il ribelle se n’è andato. È arrivata questa mattina la notizia della scomparsa di Roberto ‘Freak’ Antoni, leader e storico fondatore degli Skiantos, il leggendario gruppo demenziale che fu l’interprete musicale del ’77 bolognese, che ne incarnò più di ogni altra cosa lo spirito irriverente, iconoclasta e punk. Era ricoverato nell’ospedale di Bentivoglio, in provincia di Bologna. L’ultima volta che si è esibito in concerto è stato il 29 dicembre scorso all’American Soul di Offida, in provincia di Ascoli Piceno. Ricorda un giornalista di Repubblica: “Li vidi nel 1979, quando suonarono a San mauro. Facevano a tirarsi ortaggi e frutta marcia col pubblico, volavano sacchetti d’acqua sul palco e il concerto si interruppe causa rissa nel pubblico. Rivederli è come incontrare qualcuno che ti stava simpatico e che hai perso strada facendo. Si capisce perché non abbiano sfondato nonostante un talento da paura. Il demenziale in Italia non paga. Non si accetta che qualcuno, anche se con ironia, ci dica come tendiamo ad essere veramente. E che non dimentica mai di ripeterti che, nonostante tutto, il numero di persone che merita la scritta “fate cagare” è sempre sottovalutato”. I concerti degli Skiantos ne diventarono fin da subito il rituale dionisiaco e liberatorio, tra lanci di verdura e spaghetti cucinati sul palco. Il loro stile ironico e surreale li fece immediatamente diventare un gruppo di culto: la sottile intelligenza di Freak e la sua ironia sempre sul filo della malinconia lo avevano portato a diventare amico di altri grandi bolognesi dell’epoca, da Gianni Celati col quale si era laureato al Dams nel 1978 con una tesi sui Beatles, ad Andrea Pazienza. Nel 2001 aveva partecipato a Paz!, il film di De Maria dedicato al grande fumettista. Nel 2012 dopo 35 anni lo scioglimento burrascoso all’apparenza, con il gruppo, anche se il legame con i suoi compagni di avventura non si era mai realmente spezzato. Nel 2013 aveva partecipato alla festa del Fatto Quotidiano: con la consueta ironia aveva rivendicato il suo orgoglio per i 35 anni di ininterrotto insuccesso degli Skiantos, “per preparare i ragazzi” aveva detto “al fatto che la vita è una grande fregatura”.