E se denunciassi?

denunciaRipubblichiamo un articolo, sempre attuale, del nostro membro del direttivo Domenico Grossi. 

E SE DENUNCIASSI? Chi denuncia la corruzione, un abuso e quant’altro dovrebbe essere encomiato per il suo coraggio; invece accade spesso, soprattutto in Italia, gli apparati interessati si coalizzano e interagiscono in sinergia per insabbiare e deviare e se non riescono arrivano alle ritorsioni, al mobbing, alle minacce e se non stai attento ti tolgono di mezzo. Intimidazione a scoraggiare chiunque volesse intraprendere tali iniziative: sembra che a loro tutto gli sia dovuto e non devono essere disturbati, accentuata da una politica di liberalismo dedita ad infrangere le regole che col tempo ha fatto perdere il senso del dovere , dell’onore e della Patria. Nei paesi anglosassoni è stato da lungo tempo introdotto il “whistleblowing” (la parola viene dal termine whistle”, che significa “fischietto” in inglese): chi assiste a comportamenti illeciti e li denuncia è protetto dalla Stato da qualunque ripercussione. In alcune legislazioni (come quella statunitense) il whistleblower è persino premiato con un riconoscimento economico anche importante: in fondo ha evitato una perdita di denaro molto maggiore denunciando il patto corrotto. In Italia, invece, c’è ancora tanta strada da fare. Una buona notizia in questo senso viene dal web. Sulla scia dello scandalo Expo, ha visto la luce Expoleaks: una vera e propria piattaforma per il whistleblowing promossa da IRPI – Investigative Reporting Project Italy e da Wired Italia. Si tratta di uno strumento a disposizione di chi voglia e abbia il coraggio di raccontare in totale anonimato a dei giornalisti indipendenti eventuali illeciti di cui è venuto a conoscenza. In Italia, la legge 190/2012 per la prima volta introduce questa figura, ma c’è un unico articolo che spiega in che modo procedere e quali sono le garanzie per chi denuncia. Rompere il muro del silenzio è un dovere di tutti i cittadini. Essere tutelati per farlo è un diritto, per la salvaguardia dell’incolumità del bene comune.

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