Dal profilo facebook di Flavio Venditti. “Gettai via la cicca di sigaretta, mi feci mentalmente il segno della Croce, respirai profondamente ed entrai nell’atrio della scuola. Nessuno dei miei colleghi sembrò accorgersi di me, e c’erano tutti a giudicare dal chiacchiericcio. In gran parte donne, riunite in gruppi di tre o quattro, alcune discutevano animatamente, altre gesticolavano come direttori d’orchestra, qualcuna sorrideva. Tutte in colorate e leggere mises estive, sfoggiando gioie autentiche e bigiotteria dozzinale con la stessa sfacciataggine, avevano l’aria delle signore meneghine alla serata d’apertura della Scala, quelle che, nella pausa tra un atto e l’altro, sciamano nel foyer per quattro chiacchiere o una comparsata in televisione. I pochi maschi ciondolavano tra i gruppi allungando mani a tutte e facendo cerimonie. Una coppia risaltava tra le altre, come hostess tra un branco di turisti. L’una, capelli neri, lunghi e lisci, camicetta grigia, jeans attillatissimi e tacco 12, o 15, 30, boh, sembrava una gru cenerina, l’altra, gonna di pelle nera sul ginocchio, top in pizzo bianco trasparente e Ray-ban tra i capelli biondi, e non vi dico che sembrava. Le facce scure, una fronte all’altra, parlottavano discretamente. Quando mi vide, la mora, Michela, sussurrò qualcosa all’orecchio di Nadia, la bionda, anche se erano prudentemente lontane da ogni presenza umana. Senza avvicinarmi le sorrisi. Non a Nadia, che io chiamavo Briciola, e non era un complimento, sorrisi alla mora, Michela, che era una gran figa e ancor più grande mangiatrice di uomini, benché sposata con un noto chirurgo. O forse proprio per quello. Qualche anno prima ci avevo fatto un pensierino su, e le cose si stavano mettendo per benino. Allorché parlavamo lei mi toccava sempre il braccio, come faceva Naldo con loro, perciò lo notai, e avvicinava il suo viso al mio ogni giorno di più. E quella fu la fine. Perché mi accorsi che le puzzava il fiato. Io cominciai ad evitarla e lei a trattarmi male. Eravamo soddisfatti entrambi, e amen.”
Da “I sogni muoiono a letto” -romanzo- di Flavio Venditti