Christian Di Ruzza interviene sulla questione della predica di Don Donato

Dal profilo facebook del vicesegretario di Circolo PD Christian Di Ruzza. 

Lasciano sgomento le parole usate da Don Donato Piacentini durante le celebrazioni per la festa di San Rocco a Sora, così come la scelta di utilizzare un momento sacro della collettività per fare invettive politiche a titolo esclusivamente personale. Parole piene dei più beceri luoghi comuni sul fenomeno dell’immigrazione che nulla aggiungono al dibattito odierno.

L’intervento del parroco dovrebbe però spingere a chiederci di chi sia la responsabilità di una tale corruzione morale, e a quali drammaticità possa portare per avere effetti così gravi anche su un uomo di Chiesa.
In altre parole, se ci troviamo di fronte ai frutti di un sentimento politico o religioso, nonostante su questo argomento il distinguo sia netto e non fraintendibile.

Papa Francesco, dicembre 2013: «Anche Gesù fu profugo, dovere accogliere immigrati».
Ancora il Pontefice, agosto 2019: «La chiesa sia senza frontiere e apra le porte».

Ministro Fontana (Lega), febbraio 2019: «Ama il prossimo tuo, cioè quello in tua prossimità».

Lascio ai fedeli cattolici decidere se si è trattato di un comportamento consono alle scritture del Vangelo.
Compito di chi fa politica è invece alzare il livello del confronto politico e portarlo a un maggior grado di consapevolezza, non compiacersi di aver messo su un’eccezionale gogna mediatica. Portare la gente allo scontro per alcuni è un’arma, per altri significa avvelenare la democrazia.

Dispiace tanto che la città di Sora, città in cui sono nato e cresciuto e a cui sono legato da tanti amici prima ancora che dall’attivismo di partito, sia venuta alla ribalta dei quotidiani nazionali per una notizia poco piacevole ma conosco bene questa comunità e non è affatto quella che si sta dipingendo. Ho fiducia nella capacità dei cittadini di discernere parole d’amore da quelle di odio, di saper scegliere sempre le prime e metterle a frutto con pratiche di cristiana solidarietà, che prescindono le idee politiche.

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