Alessandra Maggiani, della segreteria del PD di Frosinone.
Mi piace questo governo? No. Zingaretti ha fatto bene? Si. E la sua posizione la difenderó, nonostante il coro delle lamentazioni sulla presenza zero delle donne del PD.
Intanto Andrea Orlando non è un capocorrente (come piace dire ai lettori e ai giornalisti di Repubblica). È il vicesegretario nazionale del Partito democratico. La seconda carica dopo il segretario.
Sta lì per dire che il Pd garantisce il suo sostegno al governo. Tutto il Pd.
Guerini e Franceschini non sono stati toccati? Certo che no! Perché ovviamente farlo avrebbe significato aprire o riaprire fibrillazioni in un partito che solo da poco ha trovato una certa pace (lo vogliamo far dire ai militanti che vogliono il confronto ma sono stufi di congressi?).
Una soluzione che garantisce l’unità del Partito democratico. Come tutte le soluzioni adottate da Zingaretti, da quando è Segretario.
Mi piace? No. Aver perso compagni come Peppe Provenzano e Roberto Gualtieri mi prude assai, perché dopo anni di fuffa finalmente erano riusciti a riportare nel nostro dibattito parole come disuguaglianza, ruolo dello stato nell’economia, sud, sostegno alle persone e ai lavoratori in difficoltà.
Tuttavia ad Orlando è stata data una delega che misurerà quanto queste parole pesano anche nelle soluzioni concrete da adottare. Lavoro e politiche sociali. Campi su cui mostreremo tanto di noi, nella crisi attuale e futura.
Non ci sono donne? No, e non mi piace. Ma attenzione a chi dice che bisogna smantellare quote rosa e Conferenza delle donne, perché sono gli stessi che poi utilizzano la mancanza di questi strumenti per marginalizzarci ancora di più.
Tuttavia questi strumenti da soli non bastano se le donne, in questo caso le compagne del Pd, non imparano a fare squadra e a ribaltare alcuni tavoli. Smettendola di usare la parola “donna” per correre dal primo capobastone che passa per farsi garantire posti nelle liste, posti nel partito e accoppiate di lista che le fanno eleggere di sicuro.
Mi pare che abbiamo tutti dimenticato che c’è stato un tempo in cui venivano scelte le “carine”, perché venivano meglio in tv!
I posti chiave tutti al maschile sono il frutto di quegli anni.
Il lavoro da fare è lungo e non deve conoscere soste. Fare squadra è l’unica strada. E costruire sulle donne la forza delle donne.
Ps. Sono un po’ stufa di sentirmi dare lezioni da Repubblica!