Andare via da Fontana Liri…

Dal profilo facebook di Sergio Proia
Voglio raccontarvi la storia di Arturo Casinelli, un vicenda che è rimasta così impressa nella mia mente che rimane viva nel ricordo. Arturo era il mio compagno di banco, in prima e seconda elementare. Eravamo nella scuola elementare di Collefontana, a Fontana Liri. Un giorno, senza alcun preavviso, mi disse: “ Domani parto, me ne vado in America, perché mio padre, qui, non riesce a trovare lavoro. Tornerò, forse”. Se ne andò così, lasciandomi per ricordo un giocattolo di legno, un indiano pellerossa, che non poteva portar via. Non l’ho più visto. Questa vicenda così triste, drammatica direi, ha contribuito a rafforzare l’amore che nutro per il mio paese, dove ancora vivo e che non ho mai voluto lasciare.
Arturo è l’amore per il mio paese, Arturo è la nostalgia dell’emigrante che desidera tornare, Arturo è la voglia di essere qui, adesso e per sempre.

Artùr

Currìv p’gli camp, saltav’ gli mutùn,
er’n àt tièmp, arrìmm vagliùn,
n’ iòrn: “ m’ n’ vad”, m’ d’cist,
m’ lassast’ nu pupàzz i t’ n’ ist.
N’ t’ sò vìst cchiù, chi sà addò stà,
Chi sà quann’ r’viè a glì Nannà.
Da ndànn’ sò decìs, m’ stòng iècc.
M’ manch’n le fratt’, le vrùtt, le prêt,
la gent, gli pariènt, le stràd’,
gliù sciùm, gliù rì, le cuntràd’
gli rùschi’e, gli fùgn, le inèstr,
la fòssa a gliù mònt, la fùntana dell’ uòr,
gliù lag ch’puzza, la curva d’lla ròzza,
la piazza, gli pùzz, la pìzza, gli fiùr,
gliù migli’e, le scal’, le chiès, gli mùr,
gliù tièmp, l’acqua, gliù sol’, gli camp.
Artù, m’ d’spiac’ ca tu n’ c’e si pùta stà,
i stù paès’e n’ gli pòzz lassà.

Arturo

Correvi per i campi, saltavi i muretti,
erano altri tempi, eravamo ragazzetti,
un giorno: “me ne vado”, mi dicesti,
mi lasciasti un pupazzo e te ne andasti.
Non ti ho visto più, chissà dove stai,
chissà quando ai Nannà ritornerai.
Da allora ho deciso, resto qua.
Mi mancano le fratte, le grotte, le pietre,
la gente, gli amici, i parenti, le strade,
il fiume, il rio, le contrade,
gli asparagi, i funghi, le ginestre,
la fossa del monte, la fontana dell’oro,
il lago che puzza, la curva della rozza,
la piazza, i pozzi, la pizza, i fiori,
il miglio, le scale, le chiese, i muri,
il tempo, l’acqua, il sole, i campi.
Arturo, mi dispiace che tu non ci sei potuto stare,
io questo paese non lo posso lasciare.

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