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Foto della mostra delle due settimane di aperture speciali del Castello Boncompagni Viscogliosi di Isola del Liri in occasione della mostra d’arte Le Cascate del Liri dalla Reggia al Castello.
Foto scattate dall’appassionato di fotografia, modellismo ed anche storia della seconda guerra mondiale Sandro Proia che ha evidenziato come tra i quadri vi sia anche uno molto simile a quello che era presente nella cancelleria del Fuhrer, ripreso poi da Giampiero Pizzuti del Messaggero per un articolo in merito che riproponiamo. 

Il quadro ritrovato nella cancelleria del Fuhrer
Dalla cancelleria di Hitler agli eredi, restituita la tela della cascata di Isola Liri
Articolo di Giampieri Pizzuti per ilMessaggero
La seconda cascata di Isola del Liri, meglio conosciuta come la Cascata del Valcatoio, nella Cancelleria di Adolf Hitler. Ci sono voluti più di 75 anni per far luce attraverso un’opera d’arte sulla storia di una famiglia deportata e su un dipinto sino al 2018 rimasto di proprietà federale tedesca. Il quadro apparteneva ad Franz Rappold di Amburgo, uno dei più grandi imprenditori tessili in Germania di quel periodo. Dopo che i nazionalsocialisti salirono al potere, la compagnia tessile cofondata da suo padre Joseph nel 1862 fu arianizzata.

Rappold dovette suo malgrado vendere gradualmente la sua proprietà privata, comprese le opere d’arte e tra esse la Città italiana con una cascata (così riportava il titolo dell’opera dipinta da Jakob Philipp Hackert). A metà luglio 1942 Franz Rappold fu deportato nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove morì nel novembre 1943. Il quadro finì per adornare uno degli uffici del Federal Foreign Office e proveniva – scrivevano gli storici del tempo – da proprietà private della Germania settentrionale.

L’opera – scrivono gli esperti tedeschi nel catalogarla – dipinta nel 1794 da Jakob Philipp Hackert (17371807), mostra la città di Isola di Sora (ora Isola del Liri) e una delle cascate vicine. Nell’aprile del 1940 fu venduto alla Cancelleria del Reich dalla Galleria Karl Haberstock per 11.500 Reichsmarks (RM) e rimase di proprietà federale dopo la Seconda guerra mondiale. Dopo 75 anni, la Repubblica Federale Tedesca, che nel frattempo aveva restaurato il dipinto di Città italiana con una cascata, ha restituito l’opera agli eredi dell’imprenditore di Amburgo Franz Rappolt. Per cui con molta probabilità il quadro non fu mai venduto, come riportato dagli studiosi nel secolo scorso, ma fu sottratto alla famiglia durante il periodo della deportazione.

Il tutto avallato dal fatto che altre opere dell’artista Jakob Philipp Hackert di proprietà federale tedesca sono ancora in attesa, li chiamano loro, di chiarimenti, perché devono trovare le giusta collocazione nelle famiglie di appartenenza, sempre ammesso che ce ne siano in vita.

L’autore del quadro, Jakob Philipp Hackert, era nato in Germania a Prenzlau 1737, allora in Prussia, e si stabilì in Italia a partire dal 1768. In quell’anno divenne pittore di Corte di re Ferdinando IV di Napoli e con molta probabilità è in questo periodo che ha attraversato la Valle del Liri cogliendo le sue bellezze tanto da renderle immortali su tela.

 

 

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