Cerimonia del giorno del ricordo. L’intervento di Carlo Venditti

Pubblichiamo di seguito l’intervento del Ten. Col. (e storico) Carlo Venditti nella cerimonia del giorno del ricordo che si è svolta Sabato 12 Febbraio a Fontana Liri. 

Le terre istriano-dalmate sono incontrovertibilmente italiane, dal tempo della civiltà romana. Sono poi appartenute per circa un millennio alla repubblica di Venezia. Dopo il periodo napoleonico, tali territori sono stati parte dell’impero austriaco, che attuò una subdola propaganda per instillare il concetto di “nazionalità slava dell’Istria” e della “gente italica ospite sul suolo istriano”. Dopo la Prima guerra mondiale, con il trattato di Rapallo quelle terre tornarono italiane. La politica del regime fascista, però, perseguì erroneamente e prepotentemente in vari modi l’obiettivo della cancellazione dell’identità delle popolazioni non di origine italiana. Gli animi furono ulteriormente esasperati dopo l’invasione italo-tedesca della Jugoslavia nel 1941 e la nascita della resistenza.
Nei territori istriani, già dopo l’8 settembre 1943, si verificarono i primi casi di infoibamento ai danni di italiani, sia civili che militari. In questo lasso di tempo si colloca il tragico episodio di Norma Cossetto.
Il periodo peggiore si ebbe a fine conflitto, tra maggio e giugno del ‘45.
Dai partigiani titini del IX Corpus e dai loro sodali comunisti italiani vennero indiscriminatamente infoibati civili e militari italiani per un totale teorico di 10.000 unità. Si tenga conto inoltre di numerose altre vittime, non infoibate, a seguito di uccisioni, anche dal 1943 al ‘45, come i carabinieri a Malga Bala, o per le condizioni nei campi di concentramento come Borovnica, dove i prigionieri dovevano cibarsi di erba per sopravvivere. E Stefano Zecchi parla di “foibe azzurre” per quelli che furono gettati nel mare di Zara.
La tragedia delle foibe è configurabile sia come pulizia etnica di un territorio che si voleva inglobare in altri confini statali, sia come vendetta di carattere politico. Non si venne uccisi “solo” perché fascisti, ma perché italiani.
O perché in contrasto con la linea politica dei titini. Vennero infatti uccisi o infoibati, ad esempio, anche esponenti italiani della resistenza, come a Gorizia il socialista Olivi e l’azionista Sverzutti, oil tenente Vinicio Lago, decorato di medaglia d’argento al valor militare su proposta degli inglesi, reo inoltre di aver sventato il bombardamento aereo richiesto agli alleati dai partigiani “garibaldini” sulla città di Palmanova, ucciso a maggio del ’45 dai titini presso Udine. Si ricordi inoltre il noto eccidio dei partigiani cattolici della brigata Osoppo a Porzius, da parte dei gappisti del PCI.

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