Dalla bacheca Facebook di Mizzonis.
Vladimir Putin ha messo in allerta il sistema di deterrenza nucleare mentre la Germania ha annunciato un aumento delle spese militari senza precedenti. Male. Ho già scritto cosa penso di questa assurda guerra, ma l’accenno alla bomba N ci riporta indietro di una trentina d’anni. Chi è giovane non ricorda l’escalation degli anni 80, l’ultima, o la corsa di India e Pakistan a fabbricarsi la propria bomba. Quello degli arsenali nucleari è un pericolo tutto e innegabilmente di fattura umana con il quale conviviamo dalla fine della guerra mondiale, quando Enola Gay sganciò il suo carico di distruzione su Hiroshima. La guerra in Ucraina ci riporta lì, dalla fine della guerra fredda gli arsenali si sono ridimensionati ma bastano ancora per ridurci tutti in polvere. Paradossale no?
L’isolamento della Russia è comprensibile ma non particolarmente intelligente dal punto di vista diplomatico, a meno che l’Europa (non gli USA) o altri riescano a mettere a sedere Zelensky e Putin a un tavolo e, quindi, portare indietro le lancette delle sanzioni e delle spedizioni di armi di qualche giorno.
Le bombe di cui sono dotati gli arsenali russo e americano sono infinitamente più potenti di quella che rase al suolo la città di Hiroshima. La bomba sganciata per far arrendere il Giappone, la “little boy” era da 15 kilotoni, la bomba più grande testata, la russa Tsar Bomba era da 100 megatoni, cioè 100mila volte più potente (1 megatone = 1000 kilotoni). L’americana più grande, “Castle Bravo” è 15 megatoni. Ho fatto delle simulazioni su nukemap (https://nuclearsecrecy.com/nukemap/): little boy su Roma farebbe più di 130mila morti, Castle Bravo 1,9 milioni, Tsar Bomba 2,6 milioni. Numeri non certi, dice chi cura il sito. Certo è che gli effetti arriverebbero a Ostia e Palombara Sabina e ill fallout anche più lontano. Qui c’è una guida di tutti gli effetti che produce una bomba nucleare: detonazione, fuoco, vento, radiazioni. Non leggetela se volete dormire (https://www.atomicarchive.com/science/effects/index.html).
La Corea del Nord, dove si muore di fame, ha speso tra 1 miliardo e 3,2 miliardi di dollari per dotarsi di un programma nucleare. Il costo del programma nucleare USA stimato dal Congressional Budget Office è di circa 630 miliardi in questo decennio (https://www.cbo.gov/publication/57240). Non tutte armi nuove, anzi: man mano che le testate deperiscono vengono rinnovate, ne viene prolungata la vita invece di sostituirle.
Negli anni ’80 in Europa ci fu un enorme movimento per la pace, in parte figlio della resistenza della sinistra alla appartenenza alla Nato dell’Italia (così la pensa l’apparato militare italiano che lo studia https://issuu.com/rivista.militare1/docs/11_-_i_movimenti_pacifisti_e_antinu), ma soprattutto parte perché crescevano una riflessione e una pratica pacifiste e, infine, perché gli USA volevano piazzare missili Pershing e Cruise sul territorio italiano. Il movimento fu enorme anche in Gran Bretagna e altrove. Non dall’altra parte del Muro che non si poteva manifestare contro il dislocamento degli SS20 sovietici.
Tutto questo pistolotto per dire cosa? Che quando questa vicenda sarà finita dovremmo ricominciare a parlare di spesa militare e armi nucleari. Siamo in tempi di magra, c’è l’inflazione, abbiamo un enorme problema sanitario e uno peggiore ambientale, non dovremmo buttare nel cesso miliardi per costruire bombe. Lasciamo che siano i fascisti di Casa Pound a fare dei manifesti con su scritto “Italia Potenza Nucleare”. Che si fottano loro, Putin, Biden, Xi, Modi e gli altri.
(la bandiera della Nord Corea non c’era nella app che uso per fare le grafiche, spero Kim non si risenta)