Arriva la Mia al posto del reddito di cittadinanza

Dal reddito di cittadinanza al Mia
Da altroconsumo.com

MIA, cos’è e a chi è destinato il nuovo reddito di cittadinanza
A settembre il reddito di cittadinanza dovrebbe andare in pensione per lasciare il posto alla Misura di Integrazione Attiva, detta MIA. Per ottenerla sono previsti nuovi limiti di Isee e la “partecipazione attiva”, ovvero l’obbligo di studio e ricerca attiva del lavoro per ogni persona (anche i sedicenni) appartenente al nucleo familiare che ne fa richiesta. Ecco nel dettaglio cosa dovrebbe prevede, a chi è destinata e come si ottiene.

Come promesso con la Legge di Bilancio, il Governo Meloni si appresta a riformare la misura al sostegno delle famiglie povere mandando definitivamente in pensione il Reddito di Cittadinanza in favore della Misura di Inclusione Attiva (acronimo MIA). Al momento non è ancora disponibile il testo decreto-legge che pare verrà discusso nelle prossime settimane in consiglio dei ministri su proposta della ministra del lavoro, tuttavia, alcune bozze sono già circolate, vediamo pertanto, insieme cosa sappiamo della MIA.

Chi ha diritto alla MIA
A quanto sappiamo la platea dei beneficiari darà divisa in due grandi gruppi: famiglie povere con persone occupabili e famiglie povere completamente non occupabili.

Le famiglie con persone occupabili sono quelle in cui ci sia almeno una persona di età compresa tra i 18 e i 60 anni di età e in cui non ci sono minorenni, disabili o persone che superano i 60 anni. Infatti, le famiglie inoccupabili sono quelle che al loro interno hanno almeno un componente disabile, minorenne o di almeno 60 anni compiuti.

Novità rispetto al RdC anche per quanto riguarda la residenza in Italia, infatti, che deve protrarsi da almeno 5 anni contro i 10 attualmente previsti per il vecchio sussidio.

A quanto ammonta il sussidio
Gli importi definitivi verranno resi noti solo con il testo del decreto ma dalle indiscrezioni pare che l’importo base per un single sia di 500 euro mensili, mentre per le maggiorazioni ancora non si sa nulla anche se ovviamente l’assegno aumenta al crescere del numero dei componenti del nucleo familiare. Inoltre, la differenziazione tra i nuclei occupabili e non si vedrà anche negli importi riconosciuti, dove i primi vedranno il sussidio base ridursi a 375 euro.

Le nuove soglie Isee
I requisiti Isee per ottenere la MIA saranno differenti e più stringenti rispetto a quanto previsto per il Reddito di cittadinanza, in particolare si dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro di Isee massimo.

Cambiano anche le scale di equivalenza attualmente utilizzate per il Reddito di cittadinanza, infatti, con la MIA sarà riconosciuto:

un valore pari a 1 per il primo componente adulto del nucleo familiare;
un incremento di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne che non usufruisce dell’assegno unico e universale, fino a un massimo di 2,1, elevato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza;
un valore pari a zero per i componenti minorenni o maggiorenni che usufruiscono già dell’assegno unico e universale. Per ciascuno di loro però è riconosciuto un importo mensile della Mia in misura fissa, pari ad euro 50;
un valore pari a zero per i componenti che risiedono in strutture a totale carico pubblico.
Quanto dura la MIA
Oltre agli importi cambia anche la durata di questo sussidio, infatti, per le famiglie della categoria occupabili l’assegno mensile della MIA può esser percepito per un massimo di un anno in fase di prima domanda. La seconda domanda porta a una durata di massimo 6 mesi, scaduti i quali è impossibile presentare una terza domanda senza far trascorrere 18 mesi.

Per le famiglie non occupabili questa misura scadrà dopo 18 mesi di percezione, mentre per la seconda domanda la durata si riduce a 12 mesi. Per presentare dalla terza richiesta in poi occorre attendere un mese dalla scadenza.

La partecipazione attiva
Una delle novità di maggior rilievo è che anche i minorenni con almeno 16 compiuti saranno tenuti all’obbligo di partecipazione attiva. Di fatto, per poter richiedere la MIA, se nel nucleo è presente un ragazzo di almeno 16 anni, è necessario che questi sia impegnato in un percorso di studi, altrimenti deve esser coinvolto attivamente nella formazione o nella ricerca del lavoro. Questo obbligo è riferito a tutti i componenti del nucleo occupabili, fino al compimento del sessantesimo anno di età.

Sono previste esenzioni dall’obbligo alla partecipazione attiva per i disabili e per chi si occupa di minori di tre anni o disabili gravi.

Come ottenere la MIA
La domanda dovrà esser fatta esclusivamente online e la MIA verrà riconosciuta solo dopo la verifica di reddito, patrimonio veicoli…A questo punto, il nucleo familiare viene inviato al centro per l’impiego dove dovranno sottoscrivere un patto personalizzato per la ricerca e l’inserimento lavorativo.

I nuclei familiari senza occupabili sono indirizzati quindi al Comune di residenza per avviare i percorsi di inclusione sociale.

L’offerta di lavoro congrua
Per migliorare l’attuale situazione in cui domanda e offerta di lavoro spesso non riescono ad incrociarsi, verrà creata una piattaforma in cui chi è alla ricerca del lavoro dovrà registrarsi e potrà ricevere le offerte di lavoro in linea con il suo profilo.

Questo meccanismo dovrebbe facilitare i controlli, permettendo anche di sospendere l’erogazione della MIA al rifiuto della prima offerta di lavoro che risulta congrua in base ai seguenti due principi:

è in linea con la profilazione della persona;
se la sede di lavoro rientra nella provincia di residenza o nelle province confinanti.
In ogni caso l’offerta si considera congrua anche è di durata breve, purché superiore ai 30 giorni.

Inoltre, pare che il Governo intenda permettere la percezione della MIA anche con la percezione di redditi da lavoro dipendente fino a 3 mila euro annui. Al superamento di questa soglia, se il contratto è a termine e ha una durata inferiore alla MIA, il sussidio viene sospeso per la durata del rapporto di lavoro e riattivato al termine di questo

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