La dedica di Luciano Duro, già Sindaco di Isola del Liri, a Bruno Ceroli.
Sono venuto a trovarti questa mattina, dormivi il sonno dei giusti, stanco ma appagato, dopo aver attraverso senza tregua i tortuosi sentieri dell’esistenza.
Non mi pare vero che te ne sei andato, forse sei nascosto nella stanza accanto e aspetti il buio della notte per terminare di scrivere storie di tempi andati tra il rumore degli ingranaggi delle macchine, che ti hanno sempre accompagnato come una colonna sonora per raccontare la fabbrica, il partito e il sindacato. Hanno scritto che eri un poeta, uno storico, ma non era solo così, sei stato cantore e cronista, l’ultima voce di un mondo che non esiste più, quello di un’Isola operaia di cui hai portato come un pesante fardello tutte le cicatrici, ancora visibili e al loro posto, che sanguinano e fanno molto male, ogni tuo storia, in rima o solo narrata, anche se eccitava il riso, aveva il triste sentore di quel trenino che giace, mutilato nel grande parco delle Meridionali al quale hanno strappato gli occhi e rubato il motore.
Ti ho voluto bene amico mio per tutto quello che mi hai insegnato, mi mancherai, mi mancheranno i tuoi racconti, le testimonianze di vicende della classe operaia che dovranno essere raccolte e tramandate affinché non se ne perda la memoria.