Il saluto pungente della Littizzetto

La letterina di congedo di Luciana Littizzetto all’ultima puntata di Che tempo che fa su RAI tre.

“Cara Rai.
Eccoci arrivati alla fine della Screenshot_20230529_085942_com.facebook.katana relazione.
È finita, non abbiamo superato la crisi del settimo governo.

Pensare che la prima volta che mi hai assunta c’era la destra, si parlava di condoni, il mondo era in guerra… quante cose sono cambiate da allora, eh?

Vent’anni di Che tempo che fa sono un pezzo vita…
Sono venti libri di Vespa, venti compleanni ogni volta con una candelina in più e il fiato più corto per spegnerla.

Un bambino nato alla prima puntata oggi non solo ha la patente, ma forse gliel’hanno già ritirata.

Sono stati anni proprio belli, cara amatissima Rai, anni di allegria, di grandi ascolti, di fatica, di ospiti importanti.

Ogni tanto pestavamo qualche merdone e ci spostavi, da Rai tre a Rai Uno, da Rai uno a Rai due e di nuovo a Rai 3.
Ma abbiamo resistito soprattutto grazie ai milioni di spettatori che ci hanno voluto bene. Ciao! Milioni! E anche al nostro impegno. Ma non grazie ad altro. Questo lo dico a muso duro e con orgoglio.

Cara amatissima Rai, il mio ricordo di te sarà sempre felice.

Perché tu per me non sei la parte politica di turno che ti governa.

Mi lasci dei ricordi straordinari cara Rai, e purtroppo, mi lasci anche sto pirla di Fabio, che mi dovrò portare dietro in questa nuova Prova del Nove.

Mi spiace solo lasciare qui tanta gente, tanti professionisti che sgobbano ogni giorno e che le poltrone che si contendono i capi non le hanno mai viste.

E grazie a Fabio di tutti questi anni insieme. L’unico presentatore che se fa ottimi risultati gli danno addosso il doppio.

Cara RAI.
Restiamo Amici.

Chissà magari un giorno ci ritroveremo, spero in un’Italia un po’ diversa… un’Italia dove la libertà sia preservata, e dove il dissenso sia sempre leale.
Un’Italia dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco.

E infine cara Rai. Non dimenticarti mai che il Servizio pubblico è di tutti.
Di quelli che la pensano come chi governa, ma anche di quelli che pensano il contrario. E persino di quelli che non sono andati a votare.
Di chi va e di chi resta.
Di tutti. Di più”.

Tua affezionatissima.
Luciana

P.S. Bello? Ciao

 

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