Dal Corriere della Sera
Chiara ha gli occhi di suo padre, Mastroianni. L’attore che ha prosciugato i sogni di Fellini, un uomo pieno di dolce levità e grazia naturale, delizioso, sornione, un seduttore in fuga con la sigaretta penzolante, bugiardo seriale con le donne, venivano irretite dal fumo nebbioso delle sue indecisioni. «Mio padre è morto quando avevo 24 anni. Mi sono sempre sentita dire che gli somiglio come una goccia d’acqua», dice Chiara, 51 anni.
Calibra le parole con un’affabilità avvolta da rigidità castigata e un velo di malinconia, che aveva anche suo padre. Figlia di due monumenti del cinema, Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, per tanto tempo a causa della sua gloriosa eredità Chiara risultava invisibile, lontana dai radar dei media. Ci ha messo anche lei del suo, col suo fare laterale, come se avesse paura dei suoi sorrisi.
Marcello, come here! Sono cent’anni dalla nascita di Marcello Mastroianni, nato a Fontana Liri, un paesino di nemmeno 3.000 abitanti arroccato su una collina, nella provincia di Frosinone, ciociaro come Vittorio De Sica, il figlio Christian gli somiglia in modo impressionante e lo stesso accade a Chiara Mastroianni. Adesso poi appare in Marcello mio, che è un film nel film.
Lei fa suo padre?
«Non è un biopic. È stata un’esperienza audace e diversa da tutte le altre. Volevo girare una commedia a partire dalla mia vita. Si deve fare un film per fuggire da quello che propone l’esistenza. Mia madre, che nel film è se stessa, capì subito che è una favola piena di fantasia. C’era il rischio che potesse essere una cosa triste e mortuaria, invece non c’è niente di più vivo. È stata una gioiosa seduta di spiritismo con mio padre».