Il Polverificio e le esplosioni

Articolo a cura di Romeo Fraioli
Da unoetre.it
Il Regio Polverificio sul Liri, oggi Stabilimento militare propellenti di Fontana Liri, nei suoi 130 anni di storia, ha svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio circostante. Il suo insediamento alla fine dell’800 sul territorio di Fontana Liri – realizzato per la produzione di esplosivi destinati alle forze armate da parte del Governo di allora -, è stato sicuramente l’evento più importante per l’economia e la ricchezza del territorio ad esso circostante. Un ruolo chiave fu svolto proprio per il suo insediamento a Fontana Liri dall’on. Federico Grossi, deputato del Regno d’Italia e presidente della Provincia di Terra di Lavoro, che ottenne che la valle del Liri fosse inclusa nelle valutazioni per l’edificazione di un polverificio militare per la ricchezza di energia idraulica disponibile nel territorio. L’avvenimento rivoluzionò totalmente anche l’assetto urbanistico del paese al punto da far sorgere un nuovissimo borgo inferiore, a valle di quello originario superiore proprio nella frazione individuata per l’insediamento.

Lavorare nel Polverificio diventò la massima aspirazione non solo dei cittadini di Fontana Liri ma anche di quelli dei paesi limitrofi proprio per la sicurezza economica che esso garantiva. Per questo tanti abitanti del centro storico superiore iniziarono a spostarsi verso la parte più bassa del paese, sicuramente più comoda e meglio collegata ai paesi confinanti nonché vicina al posto di lavoro. Iniziò così una lenta ma costante espansione che porterà alla realizzazione di quei servizi sociali indispensabili del nuovo borgo nascente.

Lo stabilimento però non è stato esente da tristi avvenimenti che ne hanno funestato la vita nel corso di tutta la sua attività; due i più gravi: il primo, verificatosi il 13 dicembre 1902, provocò la morte di quattro operai: D’Emilia Luigi di Fontana Liri, De Santis Sisto e Maini Luigi di Arce e Di Folco Carlo di Roccad’Arce. L’altro, ancora più grave e in assoluto il più tragico, verificatosi il 5 maggio 1915, provocò la morte di ben nove operai. Un telegramma del Regio Commissario Civile di Sora De Fabritis informava il Prefetto di Caserta che alle ore 15 del 5 maggio 1915 a Fontana Liri era crollato il Polverificio governativo in seguito a uno scoppio e che nella deflagrazione erano morti nove operai e feriti altri quattro. Due officine, quelle cioè della stabilizzazione e dell’imbibizione della nitroglicerina risultavano interamente distrutte mentre altre erano danneggiate in conseguenza dello scoppio di una tonnellata di nitroglicerina. Non fu al momento possibile accertare le cause dello scoppio. Dei nove operai morti sette appartenevano al comune di Arce, due a quello di Fontana Liri e uno al comune di Roccasecca di cui non si avevano notizie, mentre quattro feriti per la loro condizioni furono ricoverati.

Il 17 maggio 1915 una raccomandata del Prefetto di Caserta informava il Ministro della Real Casa:
«In risposta al telegramma di vostra eccellenza in data 12 corrente mi pregio rassegnare l’elenco degli operai morti e feriti in seguito allo scoppio del Regio Polverificio di Fontana Liri, con l’indicazione per ognuno dei deceduti delle relative condizioni di famiglia. In conformità poi della richiesta contenuta nel successivo telegramma del giorno 14 corrente, mi pregio riferire a vostra eccellenza che con conforme parere del Generale direttore dello stabilimento, riterrei opportuno la concessione da parte della Reale Beneficienza di un sussidio di lire 1000 a ciascuna delle famiglie delle nove vittime. Lire 500 al ferito grave Marra Antonio e lire 200 ad ognuno dei rimanenti nove feriti. Già in favore delle famiglie superstite e degli operai feriti hanno contribuito il Ministero della Guerra e l’Amministrazione Provinciale di Caserta, il primo con un sussidio complessivo di lire 5000 e la seconda con uno di lire 900. Stimo opportuno aggiungere che in occasione di altro scoppio avvenuto quattro anni or sono, la Reale Beneficienza concorse con un sussidio di lire 6000° a favore delle famiglie superstite di quattro operai che perirono in detta occasione.
Nota degli operai deceduti:
Compagnone Gaetano di Arce coniugato con Maria Cerrone, 4 figli. Paga giornaliera £ 4.50
Arcese Alfonso di Arce coniugato con Chiara Simonelli, 2 figli. Paga giornaliera £ 4.50

Gemma Antonio di Arce coniugato con Rosa Arcese, 6 figli. Paga giornaliera £ 4.00
Fava Vincenzo di Arce coniugato con Vittoria Sbardella, 4 figli. Paga giornaliera £ 4.50
Pescosolido Giuseppe di Arce coniugato con Rosa Simonelli, 3 figli. Paga giornaliera £ 3.00
Colantonio Amato di Arce coniugato con Concetta Simonelli, 1 figlio. Paga giornaliera £ 3.00
Proia Francesco di Fontana Liri coniugato con Maria Giuseppa Venditti, 7 figli. Paga g. £ 4.50
Capuano Enrico di Fontana Liri coniugato con Paolina Esposito, 1 figlio. Paga giornaliera £ 3.00
Gazzilli Mariano di Roccasecca coniugato con Maria Mola, 2 figli. Paga giornaliera £ 2.50
Tutti in condizione disagiata avendo avuto anche danni dal recente terremoto alle loro abitazioni. Arcese, Gemma, Proia e Fava avevano anche la cessione del quinto sulla paga.
Nota degli operai feriti:
Marra Antonio, ferito grave: almeno 3 mesi di cura.
Proia Vincenzo, Di Rienzo Antonio, Capuano Giuseppe, Proia Orazio, Abenante Aniello, Giannetti Alessio, Bianchi Domenico, Gemma Domenico, Bianchi Antonio e Sacchetti Antonio tutti feriti non gravi, assenza dal lavoro da 10 a 20 giorni. I medesimi sono medicati dalla locale infermeria militare e riscuotono i 4/5 della paga variabile dalle 4.50 alle 3 lire».

Il 25 maggio 1915 il Ministero della Real Casa comunica al prefetto di Caserta:
«Nel ringraziarla delle notizie gentilmente fornite col foglio sopra distinto, mi pregio parteciparle che Sua Maestà il Re si è compiaciuto destinare la somma di lire undicimila e trecento a favore dei danneggiati dall’incendio del polverificio di Fontana Liri. Nel rimettere un vaglia pel detto ammontare La prego di voler curare la ripartizione della somma in conformità alle proposte da Lei fatte. Con anticipate grazie Le porgo, Signor Prefetto, i sensi della più distinta osservanza».

Dal 1902 al 2015 ben trentaquattro persone hanno perso la vita nel Polverificio di Fontana Liri: del 1902 e del 1915 abbiamo detto, il 13 ottobre 1911 morì D’Innocenzo Alberto di Fontana Liri, il 22 marzo 1916 Bianchi Giuseppe di Fontana Liri, il 12 ottobre 1916 Scotto Pasquale di Isola del Liri, il 24 ottobre 1916 Proia Orazio di Fontana Liri, il 16 marzo 1927 Pescosolido Bernardo di Arce e Palma Stefano di Arpino, il 4 ottobre 1929 Giannetti Domenico di Fontana Liri, il 18 luglio 1942 Germani Eleuterio di Arce, il 12 luglio 1945 Bianchi Antonio di Fontana Liri, il 24 agosto 1945 Chiarlitti Angelo di Monte San Giovanni Campano, il 4 settembre 1946 Lucchetti Luigi di Fontana Liri, il 27 dicembre 1946 Reale Natale di Fontana Liri, il 14 marzo 1947 Coratti Pasquale di Monte San Giovanni Campano, l’11 gennaio 1949 Lancia Giuseppe di Arce, il 3 giugno 1953 Gabriele Donato di Arpino, il 2 luglio 1954 Gazzellone Cleto di Fontana Liri, il 14 settembre 1956 Macioce Giovanni di Fontana Liri, il 19 settembre 1957 Bianchi Sabatino di Fontana Liri, il 30 marzo 1976 Caricchia Luigi di Rocca d’Arce, il 1 luglio 1990 Mastromattei Angelo di Colfelice, il 20 giugno 2015 Roberto Coratti di Monte San Giovanni Campano.

A tutti loro è dedicato questo ricordo.

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