Dalla pagina facebook “abolizione del suffragio universale”.
Tenetevi forte.
Perché in un discorso ai limiti del delirio, di fronte a un Parlamento che avrebbe voluto ascoltare risposte sui suoi guai giudiziari, Daniela Santanché ha parlato di borse, di tacchi a spillo da 12 cm, di sinistra che odia la ricchezza.
Non ci credete? Vi riportiamo letteralmente alcuni dei passaggi:
– “Mi trovo oggi a rispondere per la seconda volta a una mozione di sfiducia nei miei confronti anche se ha per oggetto fatti antecedenti al mio giuramento”.
– “Nelle mie borse non c’è paura. Ho una collezione di borse!”
– “Io rappresento plasticamente quello che odiate. Voi non volete combattere la povertà ma volete combattere la ricchezza”.
– “Sono il vostro male assoluto, sono una donna libera, porto i tacchi da 12 cm, ci tengo al mio fisico, sono quella del Twiga e del Billionaire”.
– “Non riuscirete mai a farmi diventare come voi o a pensare come voi. Avrò sempre il mio tacco a spillo, il sorriso sulle labbra”.
Non una parola sulle accuse. Non una risposta ai cittadini che si chiedono perché un ministro della Repubblica sotto inchiesta debba restare al suo posto.
Per Santanché il vero problema non è la truffa all’INPS, non è il falso in bilancio, non è il conflitto tra il suo ruolo istituzionale e le sue pendenze giudiziarie. Il problema, secondo lei, è che le opposizioni “odiano la ricchezza” e i suoi tacchi a spillo.
E il governo? Silenzio. Anzi, applausi. Perché quando si tratta di proteggere i loro amici, la destra non ha mai dubbi: la dignità si perde per strada.
Questo non è un discorso politico. È un insulto all’intelligenza degli italiani.