Dal buonismo a “Cattivissimo me”

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Fabio Fazio 

 

«Sono nato 19 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. A pensarci adesso è niente, ma tra il 1945 e il 1965 era cambiato il mondo. Avevamo maestri che avevano fatto la guerra o erano stati partigiani, non c’erano dubbi sul fatto che dittatura e fascismo fossero stati il male assoluto del Novecento.
Erano gli anni in cui era stata ripristinata la ragionevolezza. Vedevi che i tuoi compagni facevano il vaccino contro la poliomielite, e non c’era più la poliomielite. Poi sono arrivati altri vaccini, i nostri figli non hanno preso più il morbillo. È difficile sconfessare i valori in cui siamo cresciuti.
Questa erosione quotidiana della competenza risale ad anni fa, quando le istituzioni hanno cominciato a perdere il loro valore. Basta ricordare la canottiera di Bossi.
Piano piano, si è confuso il popolare con il trash. E siamo arrivati al culmine del video pubblicato da Trump su Gaza: una sceneggiatura così di pessimo gusto che nessuno avrebbe avuto il coraggio di inventarla. In televisione qualcuno ha detto: lui è fatto così, è un costruttore. Penso ci sia una responsabilità di tutte queste persone, che continuano a buttare benzina sul fuoco.
Le parole hanno conseguenze e tutti noi abbiamo responsabilità.
Dopo aver scoperto di essere intercettato don Mattia Ferrari ha detto: la solidarietà è diventata sovversiva. Quando ero piccolo io, a scuola si mettevano 100 lire, i più fortunati ne mettevano 500 di carta, per fare la raccolta per gli orfanotrofi. Adesso uno deve giustificarsi se salva una persona che sta affogando.
Ho già intuito anni fa che avanzava questa idea del “basta con il buonismo”, “basta con il politicamente corretto” e io chiedevo: “Ma scusate, l’alternativa qual è?
Siamo finiti dentro “Cattivissimo me” con un presidente americano che cambia i nomi all’Atlante e umilia il Capo di Stato di un Paese aggredito che da tre anni ha la guerra in casa. Si è discusso a lungo sulle radici cristiane dell’Europa. Ecco, spero che quelle radici e l’illuminismo ci guidino contro quest’onda che arriva con la fascinazione della modernità».

Fabio Fazio

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