A cura di Angela NicolettiPer mesi abbiamo visto Hicham camminare senza meta tra Cassino e Villa Santa Lucia, dormire per strada, rifiutare ogni forma di contatto. Sporco, disorientato, impaurito. Non parlava, non si lasciava aiutare. In tanti, lo ricorderanno, pensavano fosse un uomo “perso”, una figura da evitare.
Ma la sua storia, ora che finalmente è venuta alla luce, è qualcosa che lascia senza fiato. Hicham era un giornalista in Marocco. Una mente brillante, un uomo colto, un figlio amato. Dieci anni fa è partito per l’Italia, con la speranza di una nuova vita. Sua madre, pur di dargli questa possibilità, ha venduto tutto ciò che possedeva. Poi, il silenzio. Nessuna notizia. Lo hanno creduto morto.
Quando hanno scoperto che era ancora vivo, la madre – oggi malata e in povertà – ha avuto un malore dalla commozione.
Il Comune di Villa Santa Lucia, con il sindaco Orazio Capraro, non ha mai smesso di credere che dietro quello sguardo perso ci fosse una storia da salvare. Così come i Carabinieri di Piedimonte San Germano, coordinati dal luogotenente Gaetano Evangelista, e soprattutto la Procura della Repubblica di Cassino, nella persona del Procuratore Carlo Fucci, che ha attivato le procedure per nominare un tutore legale.
E oggi, grazie anche all’instancabile lavoro degli infermieri e dei medici del reparto SPDC dell’ospedale di Cassino, Hicham è finalmente in buone condizioni, curato, seguito, rispettato. Presto verrà trasferito in una struttura adeguata, dove potrà ricevere le cure psicologiche di cui ha bisogno per affrontare i traumi profondi che ha vissuto sulla propria pelle.
Ferite fisiche, segni sul corpo che raccontano violenze mai denunciate.
Come giornalista, come essere umano, non posso che piangere. Di rabbia, per ciò che ha vissuto. Di gioia, perché oggi la mia penna, le mie parole, i post condivisi in questi mesi, hanno contribuito a salvarlo.
E allora oggi diciamolo forte: raccontare serve. Guardare oltre l’apparenza serve.