Ivan Graziani avrebbe compiuto 80 anni. Il ricordo

Ivan Graziani, che è stato uno dei cantautori e musicisti più apprezzati del panorama musicale italiano, oggi 6 ottobre avrebbe compiuto 80 anni. Nato a Teramo nel 1945 (scomparso il 3 gennaio 1997), primo rocker della canzone d’autore italiana, considerato dai fan e dalla critica come un chitarrista visionario e cantastorie fuori dagli schemi, ha lasciato un’eredità che ancora oggi vibra nelle corde di chi cerca autenticità e verità nelle canzoni. Brani che ancora oggi si possono ascoltare anche grazie all’impegno del figlio, Filippo, che nel 2024 ha pubblicato “Per gli amici”, un album con le canzoni inedite del padre. «Oggi papà avrebbe avuto difficoltà con il politicamente corretto», aveva dichiarato in un’intervista rilasciata a Open. 

Appassionato di arte e musica, Ivan decide di iscriversi all’istituto d’arte di Urbino, dove conoscerà la sua compagna per la vita, Anna. E’ il 1966 e Ivan forma il suo primo complesso con un esordiente Velio Gualazzi (papà del celebre Raphael) che dapprima è un duo batteria chitarra e voce dal nome Ivan e i Saggi, poi sfocia in un classico trio con l’aggiunta di Walter Monacchi al basso, così nasce L’Anonima Sound.
Da oltre oceano sta arrivando la musica che rivoluzionerà tutto: il rock’n’roll, e il rock’n’roll con cosa si suona? Con la chitarra. Ivan vince tutte le gare di quartiere, a chi suona meglio e più forte le canzoni di Elvis, Chuck Berry, poi la folgorazione: i Beatles. L’Italia si riempie di complessi beat, e Ivan, che intanto studia ad Ascoli, passa i pomeriggi suonando con un compagno di scuola, Gianni D’Alessandro, pianista in erba figlio di una piccola celebrità abruzzese: Nino Dale, che con i suoi Modernist’s fa ballare in tutti i locali della zona. A un concorso scolastico viene notato proprio dal famoso capo orchestra, che lo ingaggia ancora minorenne nel suo gruppo, portandolo addirittura fino in Tunisia a suonare nei villaggi vacanze. Questa esperienza sarà una scuola importantissima per Ivan chitarrista autodidatta.
Con il suo complesso Ivan suona in tutti i locali, registra quattro 45 giri e partecipa per due volte al famoso Cantagiro. All’alba degli anni settanta arriva la chiamata per il famigerato servizio militare: durante una lunga permanenza all’ospedale militare di Chieti scrive una sorta di diario che, parecchi anni dopo, diventerà un libro: Arcipelago Chieti. È il 1972, e Ivan si trasferisce con Anna a Milano, per cercare di entrare nel circuito discografico e proporre le sue canzoni. Sono anni di gavetta e felice povertà, in cui Ivan registra un 45 in inglese con il nome di Rockleberry Roll, poi un altro singolo a nome Ivan & Transport, fino al primo 33 giri: Desperation, sempre con lo pseudonimo Rockleberry Roll.

Nel 1973 Ivan pubblica un primo LP in italiano, che porta il suo nome: “La città che io vorrei”. Sempre del 1973 è un curioso album strumentale di cover, TatoTomasoGuitar’s, inciso per festeggiare la nascita del figlio Tomaso. In questi anni Ivan frequenta gli studi della celebre etichetta Numero Uno (quella di Battisti e Mogol) dapprima come centralinista, poi come turnista di studio. Partecipa con la sua chitarra a molte incisioni degli artisti in scuderia, fino ad essere casualmente notato da Lucio Battisti, il quale lo arruola per le incisioni con chitarra e contrabbasso:  le note di “Ancora tu”, le suona Ivan.

E’ il 1976, ed esce “Ballata per quattro stagioni”, il primo “vero” album di Ivan, che passa ancora praticamente inosservato, ma rivela agli addetti ai lavori un nuovo personaggio, abile chitarrista, con una voce inarrivabile e un talento da coltivare. Nel disco due gemme, la tolte track “Ballata per quattro stagioni” e la dolcissima “E sei così bella”. Ci siamo quasi: complice anche la collaborazione nel disco Ullalla, Antonello Venditti suona e aiuta negli arrangiamenti per il nuovo album di Ivan, “I Lupi”.

Nel disco c’è finalmente il primo grande vero successo della sua già lunga carriera: “Lugano addio”. E’ il 1977 e un ispiratissimo Ivan sfornerà un album all’anno fino al 1981, incidendo la maggior parte dei suoi più grandi successi: “Pigro” (1978), che contiene canzoni come “Monnalisa”, “Paolina” e appunto” Pigro”; “Agnese dolce Agnese” (1979), che contiene “Agnese”, “Fuoco sulla collina”, “Taglia la testa al gallo”; “Viaggi e intemperie” (1980), che contiene “Firenze”, “Dada”, “Tutto questo cosa c’entra con il r’n’r?”; “Seni e coseni” (1981), che contiene “Pasqua”, “Cleo” e “Signorina”.

Del 1982 è il live “Parla tu”, mentre per un nuovo album bisogna attendere il 1983 con Ivan Graziani, che contiene “Signora bionda dei ciliegi” e “Il chitarrista”.

Del 1984 é Nove, che contiene “Limiti” e “Minù Minù”. Ivan partecipa al Festival di Sanremo 1985 portando la dolce e sottovalutata “Franca ti amo”, e l’anno dopo pubblica l’ultimo album per la RCA: Piknic.

Occorrono due anni per un nuovo punto di partenza: il primo disco per l’etichetta Carosello è il grintoso “Ivangarage”, registrato nello studio casalingo di Ivan, che contiene “Noi non moriremo mai”, “Prudenza mai,” “Un uomo”. Del 1991 è l’album “Cicli e tricicli”, e tre anni dopo esce con “Malelingue”, album ispirato che riporterà in luce Ivan, anche grazie alla fortunata partecipazione al Festival di Sanremo 1994 col brano “Maledette malelingue”. L’anno successivo vede la luce un secondo album dal vivo, contenente anche alcuni brani inediti e intitolato “Fragili fiori…Livan”, che si pregia della collaborazione dell’amico Renato Zero.

 

Ivan Graziani muore il 1º gennaio 1997, all’età di 51 anni, nella sua casa di Novafeltria (RN), dove aveva chiesto di tornare dall’ospedale per le festività natalizie. Con lui vengono seppelliti, nel cimitero locale, una delle sue chitarre (una Gibson che chiamava “mamma chitarra”) e il suo gilet di pelle cui aveva applicato un gancio affinché potesse sorreggere la chitarra

Tra i maggiori successi sicuramente “Lugano Addio”, “Agnese”, “Il chitarrista”, “Monna Lisa”, “Pigro” e “Firenze”. 
A Graziani è stata dedicata la mostra celebrativa “L’arte (grafica) di un grande chitarrista” al Romics 2012 in cui sono stati esposti disegni, schizzi, fumetti, collage e dipinti.
Il Comune di Teramo gli ha intitolato un parco pubblico davanti al piazzale del Santuario della Madonna delle Grazie e una statua luminosa di tre metri in Largo San Matteo, opera dell’artista Marco Lodola.
Il Comune di Castellalto in provincia di Teramo gli ha dedicato una via nella località di Castelnuovo Vomano.
Il Comune di Soliera gli ha dedicato una via.
Il Comune di Tortoreto gli ha dedicato una via.
L’Anfiteatro di Alghero è chiamato anche “Anfiteatro Ivan Graziani”. 
Il comune di Novafeltria gli ha dedicato un parco pubblico.
Nel 2024 il villaggio Don Antonio di Giulianova gli dedica una piazza fronte mare chiamandola piazzetta Ivan Graziani.

graziani

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