Dal profilo facebook di Lorenzo Tosa
È andato in onda lo stesso.
Nonostante la diffida.
Nonostante il fango, le accuse, i tentativi di censura.
E quello che è emerso stasera nell’inchiesta sul Garante della Privacy e dei rapporti di Agostino Ghiglia con Arianna Meloni è sconcertante.
Nell’ordine, come racconta Report:
Il membro del Garante della Privacy Ghiglia in tutte le riunioni precedente era a favore di un semplice ammonimento.
Poi, all’improvviso, il 21 ottobre ha avvisato Arianna Meloni che sarebbe andato a trovarlo in via della Scrofa – annuncio che Ghiglia non ha smentito in trasmissione, rifugiandosi dietro un no comment.
Non solo: Ghiglia ci sarebbe andato anche con la macchina di servizio, come se fosse non una visita personale ma una vera e propria missione.
Infine la sanzione da 150.000 euro per Report. Col voto favorevole di Ghiglia.
E ancora: l’interesse approfondito mostrato da Ghiglia sul caso Sangiuliano, i noti legami decennali di Ghiglia con Fratelli d’Italia e la destra, e in tutto ciò pure l’aggressione squadrista ai tempi del liceo Volta nel 1986 per cui – spiega Report – Ghiglia si assunse all’epoca la responsabilità.
Quello che emerge è un quadro di rapporti che lega a doppio e triplo filo Ghiglia, Sangiuliano, la destra, Fratelli d’Italia, nei confronti del quale ha manifestato nel tempo un’attenzione quasi maniacale.
Ovvero è emerso tutto meno quel clima e ruolo di indipendenza che dovrebbe circondare e avere il Garante della Privacy sempre, soprattutto al momento di un voto così importante.
Ora forse è più chiaro perché Ghiglia ha fatto di tutto per bloccare la puntata.
Non basta la solidarietà.
Grazie a Sigfrido Ranucci, alla giornalista Chiara De Luca e alla squadra di Report perché è stata, ancora una volta, una pagina di grande Servizio Pubblico.
NDR: (Chiara De Luca è stata la giornalista che si è occupata del servizio “Questa casa non è una caserma” relativo al mancato pagamento dell’IMU da parte del Ministero della Difesa verso il Comune di Fontana Liri”.

