25 Aprile, il Polverificio e Fontana Liri

Articolo a cura di Carlo Venditti. 

Furono tanti i militari nella Resistenza, come due Ufficiali del Servizio Tecnico di Artiglieria, Camillo Caprio e Mario De Santis, Direttori del Polverificio Esercito (ora Stabilimento Militare Propellenti) di Fontana Liri, che ebbero la qualifica di partigiano combattente.

Ufficiale di Artiglieria in s.p. nel 1929, Camillo Caprio (1907-2001) nel ‘35 frequenta il 10° Corso Superiore Tecnico. In servizio al Regio Polverificio dal 14/06/37 al 21/10/40. Trasferito al Ministero della Gu-erra, nel ‘42 è Tenente Colonnello. All’armistizio, raggiunge a piedi a Trivigliano la moglie Guendalina Lattanzi e i figli Giuseppina di 6 an-ni e Pierfrancesco di 4, già nella casa di famiglia per timore dei bombardamenti su Roma. Requisita la casa dai tedeschi, la famiglia si tra-sferisce prima nella casa di campagna che viene anch’essa requisita, poi nella galleria vicino il lago di Canterno annessa alla centrale idro- elettrica; le case vengono depredate e danneggiate, tanto da doverle ri-strutturare, dai tedeschi che requisiscono anche gli animali domestici. Ricercato, Caprio si trovava nei boschi sui monti circostanti con i par-tigiani della zona. Decorato della Croce al Valor Militare così motiva-ta: Ufficiale di alte virtù militari, volontariamente si dislocava in Ciociaria per prestare la sua preziosa opera nella lotta clandestina, partecipando alla formazione mora- le, militare e tecnica delle forze partigiane, dimostrando sempre competenza, spirito di sacrificio, noncuranza al pericolo e generosità nell’opera di assistenza ai partigiani. Benchè ricercato, nono- stante danni materiali avuti e pericolo per la sua famiglia, continuava con maggior accanimento la lotta e riusciva ad eseguire importanti distruzioni anche sotto la sorveglianza avversaria. – Ciociaria, settembre 1943 – giugno 1944.  Distaccato poi all’Ufficio Patrioti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e all’Allied Commission per i danni di guerra all’industria. Incaricato della ricostruzione, il 5/11/51 il Ten. Col. Caprio è Direttore del Polverificio Esercito di Fontana Liri, dove trova il Cap. Mario De Santis (1915-1985). Ufficiale d’Artiglieria in s.p. nel ‘38, con il 48° Reggimento artiglieria della Divisione Taro De Santis partecipa alla campagna di Grecia; poi assegnato alla batteria d’accompagnamento del 208° Rgt. fanteria. Dal Montenegro, a novembre ‘42 la Taro passa in Francia meridionale, dove si trova l’8/9/43. Preso prigioniero dai tedeschi l’11 settembre il Cap. De Santis fugge da Pignans il 2 ottobre. Facendo vari lavori si confonde tra la popolazione, grazie alla conoscenza della lingua e documenti falsi; soffre fame, freddo, malattie. Tradito, è arrestato a La Garonne la notte tra 27 e 28 febbraio ’44 dalla Feldgendarmerie che sa bene chi sia. Portato alla sede della Gestapo a Hyeres, torturato, seviziato, gettato in uno scantinato freddo e buio di 20mq. in condizioni disumane con più di 40 prigionieri, De Santis rifiuta di collaborare. Rinchiuso in isolamento, passa tre mesi di sofferenze, si ammala di scorbuto, pesa 42 kg. A maggio ’44 su un treno bestiame, senza poter bere, con un lungo e lento vi-aggio viene portato alla Base Atlantica di Bordeaux della Marina della RSI e arruolato coattiva- mente con altri prigionieri alla batteria costiera tedesca a Prefailles. Tenta dei sabotaggi (falliti) che suscitano ritorsioni tedesche contro di lui. Iniziata l’operazione Overlord i tedeschi tolgono dalle batterie costiere i prigionieri italiani, ritenuti inaffidabili, e li avviano verso l’interno, a piedi e scortati. Durante una sosta a Cholet, De Santis entra in contatto con Aleksandre Peltekian, capo del maquis a sud della Loira, e chiede di entrare nella resistenza con altri italiani. Il 26 agosto presso Cer-queux-de-Passavant, i maquisards di Peltekian eliminano i tedeschi di scorta alla colonna di prigionieri italiani. Sopraggiunge, sentiti gli spari, un forte reparto tedesco. Lo scontro si risolve a favore dei franco-italiani. Rimasto con la Resistenza fino a fine guerra De Santis, rientrato in Italia con una lettera credenziale della federazione francese del PSI, riceve la medaglia francese della guerra 1939-45 e il distintivo delle Forces Francaises de l’Interieur. Peltekian con la moglie sarà testimone di nozze di De Santis con Maria Teresa Mango a Napoli nel ‘51(1). Dopo il 18° Corso Superiore Tecnico, il Cap. De Santis è assegnato il 15/1/51 al Polverificio Esercito, ricopre vari incarichi ed è Vice-Direttore. Tenente Colonnello nel ’59, succede a Caprio quale Direttore il 1° novembre 1962 e, promosso Colonnello nel ’66, tiene l’incarico fino al 30/10/71. Caprio e De Santis dopo la Direzione del Polverificio, e nominati in seguito Generali, hanno ricoperto incarichi presso gli Organi Centrali. Furono tanti i militari nella Resistenza, come due Ufficiali del Servizio Tecnico di Artiglieria, Camillo Caprio e Mario De Santis, Direttori del Polverificio Esercito (ora Stabilimento Militare Pro-pellenti) di Fontana Liri, che ebbero la qualifica di partigiano combattente.

Ufficiale di Artiglieria in s.p. nel 1929, Camillo Caprio (1907-2001) nel ‘35 frequenta il 10° Corso Superiore Tecnico. In servizio al Regio Polverificio dal 14/06/37 al 21/10/40. Trasferito al Ministero della Gu-erra, nel ‘42 è Tenente Colonnello. All’armistizio, raggiunge a piedi a Trivigliano la moglie Guendalina Lattanzi e i figli Giuseppina di 6 an-ni e Pierfrancesco di 4, già nella casa di famiglia per timore dei bombardamenti su Roma. Requisita la casa dai tedeschi, la famiglia si tra-sferisce prima nella casa di campagna che viene anch’essa requisita, poi nella galleria vicino il lago di Canterno annessa alla centrale idro- elettrica; le case vengono depredate e danneggiate, tanto da doverle ri-strutturare, dai tedeschi che requisiscono anche gli animali domestici. Ricercato, Caprio si trovava nei boschi sui monti circostanti con i partigiani della zona. Decorato della Croce al Valor Militare così motiva-ta: Ufficiale di alte virtù militari, volontariamente si dislocava in Ciociaria per prestare la sua preziosa opera nella lotta clandestina, partecipando alla formazione mora- le, militare e tecnica delle forze partigiane, dimostrando sempre competenza, spirito di sacrificio, noncuranza al pericolo e generosità nell’opera di assistenza ai partigiani. Benchè ricercato, nono- stante danni materiali avuti e pericolo per la sua famiglia, continuava con maggior accanimento la lotta e riusciva ad eseguire importanti distruzioni anche sotto la sorveglianza avversaria. – Ciociaria, settembre 1943 – giugno 1944.  Distaccato poi all’Ufficio Patrioti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e all’Allied Commission per i danni di guerra all’industria. Incaricato della ricostruzione, il 5/11/51 il Ten. Col. Caprio è Diret-tore del Polverificio Esercito di Fontana Liri, dove trova il Cap. Mario De Santis (1915-1985). Ufficiale d’Artiglieria in s.p. nel ‘38, con il 48° Reggimento artiglieria della Divisione Taro De Santis partecipa alla campagna di Grecia; poi assegnato alla batteria d’accompagnamento del 208° Rgt. fanteria. Dal Montenegro, a novembre ‘42 la Taro passa in Francia meridionale, dove si trova l’8/9/43. Preso prigioniero dai tedeschi l’11 settembre il Cap. De Santis fugge da Pignans il 2 ottobre. Facendo vari lavori si confonde tra la popolazione, grazie alla conoscenza della lingua e documenti falsi; soffre fame, freddo, malattie. Tradito, è arrestato a La Garonne la notte tra 27 e 28 febbraio ’44 dalla Feldgendarmerie che sa bene chi sia. Portato alla sede della Gestapo a Hyeres, torturato, seviziato, gettato in uno scantinato freddo e buio di 20mq. in condizioni disumane con più di 40 prigionieri, De Santis rifiuta di collaborare. Rinchiuso in isolamento, passa tre mesi di sofferenze, si ammala di scorbuto, pesa 42 kg. A maggio ’44 su un treno bestiame, senza poter bere, con un lungo e lento vi-aggio viene portato alla Base Atlantica di Bordeaux della Marina della RSI e arruolato coattiva- mente con altri prigionieri alla batteria costiera tedesca a Prefailles. Tenta dei sabotaggi (falliti) che suscitano ritorsioni tedesche contro di lui. Iniziata l’operazione Overlord i tedeschi tolgono dalle batterie costiere i prigionieri italiani, ritenuti inaffidabili, e li avviano verso l’interno, a piedi e scor-tati. Durante una sosta a Cholet, De Santis entra in contatto con Aleksandre Peltekian, capo del ma-quis a sud della Loira, e chiede di entrare nella resistenza con altri italiani. Il 26 agosto presso Cer-queux-de-Passavant, i maquisards di Peltekian eliminano i tedeschi di scorta alla colonna di prigionieri italiani. Sopraggiunge, sentiti gli spari, un forte reparto tedesco. Lo scontro si risolve a favore dei franco-italiani. Rimasto con la Resistenza fino a fine guerra De Santis, rientrato in Italia con una lettera credenziale della federazione francese del PSI, riceve la medaglia francese della guerra 1939-45 e il distintivo delle Forces Francaises de l’Interieur. Peltekian con la moglie sarà testimone di nozze di De Santis con Maria Teresa Mango a Napoli nel ‘51(1). Dopo il 18° Corso Superiore Tecni-co, il Cap. De Santis è assegnato il 15/1/51 al Polverificio Esercito, ricopre vari incarichi ed è Vice-Direttore. Tenente Colonnello nel ’59, succede a Caprio quale Direttore il 1° novembre 1962 e, pro-mosso Colonnello nel ’66, tiene l’incarico fino al 30/10/71. Caprio e De Santis dopo la Direzione del Polverificio, e nominati in seguito Generali, hanno ricoperto incarichi presso gli Organi Centra-li. L’autore ringrazia delle testimonianze i loro figli Bianca Maria De Santis e Pierfrancesco Caprio.

 

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