Il consigliere regionale del Piemonte Biolè è stato diffidato da Grillo ad utilizzare nome e marchio del M5S. Secondo la comunicazione dall’avvocato del comico genovese l’elezione del consigliere regionale è stata “viziata da un elemento ostativo”, ossia l’aver rivestito in due precedenti occasioni cariche elettive. Tale circostanza avrebbe dovuto impedire che l’esponente fosse inserito nelle liste elettorali per i 5 stelle. Ma così non è stato. Da qui il provvedimento. Fabrizio Biolè, eletto nel 2010 consigliere regionale in Piemonte per il Movimento 5 Stelle è stato diffidato da Beppe Grillo a utilizzare il “nome e il marchio del M5S” . Il 6 novembre infatti ha ricevuto la comunicazione ufficiale, con una lettera dello studio legale Squassi e Montefusco, che cura gli interessi del co-fondatore del Movimento a 5 Stelle. L’avvocato di Grillo ha spiegato che l’elezione di Biolè è stata “viziata da un elemento ostativo”, ossia l’aver rivestito in due precedenti occasioni cariche elettive. Nella raccomandata si ricorda che tale circostanza avrebbe dovuto già all’epoca impedire che il consigliere fosse inserito nelle liste elettorali per i 5 stelle. Ciononostante, visto che la regola venne derogata all’epoca, l’avvocato ha ricordato a Biolè che la circostanza “non consente allo stesso modo oggi, la sua prosecuzione della sua attività politica diretta sotto l’egida del Movimento stesso”. Naturalmente l’elezione del consigliere è del tutto legittima, essendo stato votato dai cittadini piemontesi, quindi solo lui potrebbe decidere di dimettersi, come l’avvocato di Grillo gli ha ricordato. Per il prossimo futuro, quindi, Biolè dovrà astenersi “dal qualificare la sua azione politica come riferibile al Movimento stesso o più in generale, come ispirata dalla persona” di Beppe Grillo. La lettera dell’avvocato Montefusco è stata postata oggi dallo stesso consigliere sulla sua pagina personale di Facebook ’messa a lutto’, con l’immagine del profilo trasformata in un quadrato nero. L’unico commento che accompagna la missiva sono tre puntini di sospensione, mentre in molti fra i suoi sostenitori stanno lasciando commenti di solidarietà a Biolè e di stupore.
Verso il voto al Comune di Roma, Beha in Campidoglio?
“Grillo mi vorrebbe sindaco di Roma. Cosa ne pensate”. Così scrive Oliviero Beha sul suo sito. E giù di seguito decine di commenti. E su questo punto il giornalistascrittore taglia corto: “Non voglio dire nulla”. Intanto sulla sua pagina Facebook appariva nelle stesse ore lo stesso titolo, la stessa domanda e anche lì commenti a seguire. E non pochi, circa duecento e tra questi c’è chi lo vorrebbe a fianco di Beppe Grillo nella corsa alle comunali romane o chi gli consiglia, al contrario, di desistere, di non farlo. Nella democrazia della Rete c’è chi chiede a Beha di presentarsi a Firenze chi, senza mezzi termini aggiunge ” vai con fiducia, saresti un sindaco eccellente” oppure che lo voterebbe a “occhi chiusi” soprattutto perché in tandem con il Movimento dei grillini, e che “peggio di Alemanno nun poi fa”. Il Movimento Cinque Stelle di Roma ha smentito la notizia precisando che le selezioni per i candidati stanno avvenendo attraverso le primarie.

