Da repubblica.it
L’Italia deve cambiare stile di vita. Per fermare il coronavirus e limitare il contagio il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, firma un nuovo decreto e mette l’Italia in quarantena: scuole e università chiuse fino al 15 marzo, campionato di calcio a porte chiuse per un mese, stop a tutti gli eventi affollati. Per tutti distanza di sicurezza di un metro.
Decisioni senza precedenti. “La situazione è grave, chiederò a Bruxelles la massima felssibilità”, dice il premier, che agli italiani promette: “Ci rialzeremo, come dopo il ponte Morandi”.
E mentre continuano a crescere i contagi – superata la soglia dei tremila – è record di guarigioni: ieri la percentuale dei casi guariti è salita all’8,95 per cento. Parliamo di 116 casi su un totale di 276.
Sono sospese fino al 15 marzo le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza. I dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza.
Sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Fino al 3 aprile il campionato di calcio di Serie A e gli eventi sportivi agonistici si svolgeranno a porte chiuse.
E’ fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro