“12 settembre 1870 – LA CADUTA DELL’ULTIMO CONFINE. Ceprano e Falvaterra diventano italiane”Prologo di Luigi Gulia, prefazione di Aldo Cagnacci.
Il Passo di Ceprano Edizioni, pp. 128, formato 27X21 cm.
Edito dalla Associazione Culturale “Cappella Ferroviaria Pio IX”
ISBN 978-88-944782-4-2. Numerosissime illustrazioni in b/n e colori. Prezzo di copertina Euro 20,00. Per acquistarlo rivolgersi a Aldo Cagnacci (fb).
Fra le numerosissime notizie, apprenderete che, in occasione di un discorso tenuto al Parlamento di Torino il 27 maggio 1861, il deputato del Collegio di Sora, l’industriale laniero arpinate Giuseppe Polsinelli (foto), ricordò ai Colleghi che, sotto il Governo Borbonico, l’industria della carta della Valle del Liri aveva prosperato tanto che i suoi prodotti andavano all’estero, “finanche in Inghilterra ad uso del grande giornale il Times”.
Due giorni prima aveva protestato vibratamente per le modifiche apportate alla tariffa doganale: “Sa il signor Presidente del Consiglio – urlò in faccia a Cavour – i dolori e le perdite che hanno subite gl’industriali delle province meridionali ? Sa il signor Presidente del Consiglio quante centinaia di migliaia di persone sono a languire dalla fame per quelle modificazioni ?”
A questo “grido di dolore” il Cavour replicò che, a quel che lui sapeva, da quando era stata introdotta la nuova tariffa doganale i traffici al porto di Genova erano aumentati.
In un discorso tenuto alla Camera il 5 luglio 1888, l’arcese on. Federico Grossi (foto), nel lamentare il ritardo nella esecuzione dei lavori della ferrovia Roccasecca – Avezzano, che attraversa la Valle del Liri, disse che questa Valle che un tempo “era detta la Manchester della province napoletane, ora è la valle del pianto, della miseria … migliaia di operai hanno bisogno di essere soccorsi e sono obbligati e emigrare
