“Bisogna coltivare il proprio giardino” è la celeberrima soluzione di Voltaire al problema della vita così come la formulò in quello straordinario cammeo filosofico che è “Candide”. Dopo gli anni del grande impegno politico, oggi, nella sinistra, molti sono portati a cogliere un po’ dovunque una certa tendenza al disimpegno o peggio al rifiuto della politica. Una sorta di fuga verso il Voltairiano “coltivare il proprio giardino” appunto. Parallelamente al disinteresse degli adulti si crede di vedere anche un forte disimpegno giovanile. Io non credo che ai giovani d’oggi non interessi la politica (come spiegare il successo dei no-global, le tante manifestazioni studentesche?) credo invece che noi adulti, quando parliamo dei giovani, ritenendoli una forza importante, il nostro futuro, facciamo solo retorica. Inoltre anziché stimolarli, incitarli, cercarli, aspettiamo che siano loro a venirci a trovare nelle nostre fumose sedi di partito. Bisogna invece fare esattamente il contrario, portare la politica all’aperto, nelle contrade, nelle piazze, casa per casa se necessario. E soprattutto, per quale bandiera dobbiamo chiedere ai giovani di lottare, qual è il sogno da realizzare, l’avversario da combattere? Certo, non si può più proporre la rivoluzione marxista il cui fascino ha romanticamente colpito e, ahimè illuso, tanti della nostra generazione. Ma c’è qualcosa che senza possedere la carica di violenza di una radicale trasformazione della società può affascinare lo stesso la natura sensibilissima delle giovani generazioni: è la giustizia in senso lato, e la giustizia sociale in particolare. Quando questa ondata di neoliberismo banditesco che ha abbagliato milioni di elettori si dissolverà come una bolla di sapone, sarà questo il terreno su cui si combatterà la battaglia politica e culturale tra la destra e la sinistra. Si parla spesso, e spesso a sproposito, di destra e sinistra. Molti non hanno la più pallida idea del loro significato, molti pensano che non c’è più differenza tra i due schieramenti, moltissimi sono ancora prigionieri dell’antico manicheismo che tende ad identificarle con fascisti e comunisti, economia pubblica e privata. Sembra incredibile eppure è così. Io penso che la verità sia molto semplice. Entrambe si reggono su due pilastri: la libertà e la giustizia. E’ nel modo in cui queste due componenti sono miscelate che sta l’enorme differenza. La destra tende a favorire la libertà (quella economico-finanziaria essenzialmente) sacrificandoci una buona percentuale di giustizia, la sinistra ritiene più importante privilegiare la giustizia sacrificandoci una certa percentuale di libertà. Pur semplificato, sta qui, tutto qui, il primato etico e culturale della sinistra, nella SOLIDARIETA’ prevalente sull’EGOISMO, base e motore del liberismo capitalista, nell’HUMANITAS, principio morale oggettivo, prevalente sulla FERITAS (che attiene alle fiere, alle bestie), principio egoistico soggettivo. E’ la Giustizia l’idea da difendere, per cui lottare, per cui vincere, il Neoirredentismo del XXI secolo! Tanti giovani in tutto il mondo hanno iniziato a gridare. Ascoltiamoli, e soprattutto non lasciamoli soli!!!
Flavio Venditti