Una depressione profonda e colma di aria artica marittima sta attraversando l’Italia. Si è resa e continuerà a rendersi responsabile della prevista fase fredda, ventosa e turbolenta dell’Epifania: non mancheranno le nevicate a quote basse (lungo la cresta alpina e nelle zone interne del medio versante Adriatico e del Sud), i venti forti (un po’ ovunque), le mareggiate ed il sensibile calo delle temperature. Se individuare la traiettoria esatta di questa irruzione fredda è stato faticoso, assai facile è invece prevedere il passo successivo: il ritorno, già a breve termine (dal 7-8 gennaio in poi), dell’anticiclone azzorriano, dunque del bel tempo. Ebbene, l’alta pressione ritornerà e ce la terremo probabilmente sino alla metà del mese! Per i giorni a seguire, i modelli fisico-matematici di previsione meteorologica brancolano nel buio! In verità, è ormai da mesi che brancolano e si tratta del buio più pesto! Lo “sblocco atmosferico” prima o poi ci sarà, ma quando nessuno, alla luce delle conoscenze scientifiche attuali, è in grado di saperlo. E, allora, va da sé che se accreditati siti meteo web si ostinano a propinare al lettore la grande virata verso il freddo e la neve, lo fanno semplicemente per sopravvivere! L’unica speranza, lo ribadisco, è da riporre nel riscaldamento della stratosfera (stratwarming), che solitamente si verifica tra la seconda e la terza decade di gennaio. D’altronde non è una novità che il grande freddo arrivi, in Italia, a febbraio! A livello locale (Fontana Liri e territorio della Media e Bassa Valle del Liri), dopo il tempo incerto e freddo dell’Epifania, dovremmo avere condizioni atmosferiche in prevalenza improntate alla stabilità (tempo soleggiato), per buona parte della prossima settimana. Unica eccezione: l’aumento delle nubi, con la possibilità di qualche rovescio nevoso a quote superiori ai 500-600 metri, atteso tra domenica e lunedì.
Prof. Luigi Iafrate (Meteorologo)