Salta il decreto per il riordino delle province

Il 31 ottobre sembrava tutto finito. I ministri Filippo Patroni Griffi e Anna Maria Cancellieri srotolavano la nuova cartina d’Italia: da 86 province (escluse le Regioni a Statuto speciale) si scendeva a 51. In pochi giorni il Pdl ha tolto la fiducia del Governo, Monti ha annunciato le dimissioni e quindi ci sarà tempo soltanto per l’approvazione della Legge di Stabilità. Poi tutti a casa. Tanti i provvedimenti a rischio. Molti già ritirati. Tra questi il decreto di riordino delle province. Che succederà ora? Il decreto non convertito in Legge rischiava di riesumare i provvedimenti del cosiddetto “Salva Italia” che spostava le province come enti di secondo grado (ad elezione indiretta). Secondo il Governo ciò creerebbe un “caos istituzionale” perchè non vi sono stati i tempi ed i modi per i dovuti provvedimenti conseguenti e quindi qualche correzione dovrà essere inserita dell’approvazione della Legge di Stabilità. Il resto del problema sarà rinviato, come spesso accade in Italia, al prossimo Governo. La conferenza di capigruppo al senato ha già dato indicazioni in merito. La senatrice Dorina Bianchi ha spiegato: “Le province manteranno funzioni e competenze fino al 31 dicembre 2013 e, dunque, saranno garantite risorse e servizi per le comunità locali e per i cittadini. La legge di stabilità recepirà un emendamento che annullerà gli effetti del decreto “Salva Italia”. Sarà compito del prossimo Governo eletto democraticamente dagli italiani legiferare su una materia vitale per la qualità della vita dei cittadini”.

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