In merito alle note vicende che hanno segnato il comune di Frosinone in questi giorni (Rifiutopoli) la Senatrice Maria Spilabotte prende posizione in maniera chiara. Infatti la Spilabotte dichiara: “Il silenzio assordante dal mondo della politica, ma anche da quello imprenditoriale della nostra provincia mi lascia veramente sbalordita. Nella città capoluogo, secondo le accuse della Procura, si consuma una brutta storia di corruzioni, di tangenti, di appalti truccati, di malaffare, di un sistema consolidato di disonestà e nessuno, amministratori ed imprenditori, si cura di parlarne e di affrontare queste situazioni con ragionamenti e giudizi. Solo lo sdegno e la rabbia dei cittadini di Frosinone sono riusciti ad infuocare il clima del Consiglio Comunale. Eventi di questo tipo ovunque avrebbero provocato sconquassi politici: a Frosinone no. L’opinione pubblica, insieme alle istituzioni e al mondo dell’imprenditoria avrebbe, a mio modesto giudizio, dovuto mobilitarsi nel sostenere un moto di naturale indignazione. Chi scrive, seppur riconoscendo il principio garantista della costituzione, vuol prendere con forza le distanze da modi di fare che non devono attenere a chi fa politica e a chi opera nella pubblica amministrazione e che non meritano alcuna solidarietà. Non entro nel merito: la magistratura proseguirà il suo lavoro e la giustizia farà il suo corso. Ma un dato è certo: abbiamo bisogno di trasparenza, non di scandali che allontano sempre di più i cittadini dalla politica. Basta con i cattivi comportamenti. La comunità non può più sopportare questo dilagare della corruzione. Lo sfascio dell’etica pubblica in questo paese non consente sottigliezze. La corruzione va condannata con forza e senza timori, perché riguarda tutti: pesa sul pil, allontana gli investimenti stranieri, spreca denaro pubblico e fa aumentare le bollette, esclude le forze sane di mercato, toglie risorse ai cittadini. Ad esempio, mi chiedo cosa possano pensare gli operai della Multiservizi di fronte a questo scandalo. Una indignazione senza fine a cui noi non vogliamo essere assoggettati. Noi siamo per la trasparenza, che è un requisito essenziale della pubblica amministrazione per migliorare la facoltà dei cittadini di salvaguardare i propri diritti e agevolare il controllo. Che fine hanno fatto le promesse elettorali di Ottaviani? Strappate in malo modo di fronte al malcostume imperante, dopo soli sei mesi di governo (visto che i fatti contestati risalgono a dicembre 2012). Un dato di fatto inaccettabile: Ottaviani prenda atto del fallimento morale del suo progetto politico e ne tragga le dovute conseguenze”.